Un registro pubblico delle Dichiarazioni anticipate di Trattamento (Dat) da tenere presso il notariato, come garante di trasparenza, legalità e accessibilità. Uno strumento al servizio di tutti che deve presupporre una dichiarazione da parte di una persona “lucida, consapevole, libera da condizionamenti e la cui volontà deve essere attentamente indagata e vagliata attraverso un preventivo giudizio di legalità, per evitare che non trovi, alla fine, reale realizzazione”. Una proposta lanciata dal Consiglio del Notariato nel corso di un convegno dal titolo “Il Notariato per il sociale. Le nuove frontiere dei diritti sociali nel terzo Millennio, dalla parte dei cittadini”, che si è tenuto a Roma il 3 aprile.
La Carta dei notai arriva nella settimana in cui finalmente la Camera comincia la discussione del ddl sul testamento biologico. Finora sono stati esaminati quasi tutti gli emendamenti all’articolo 1, quello relativo al “consenso informato”, ma non si è potuti procedere con il voto finale perché restano degli emendamenti accantonati sui quali è necessario sciogliere ancora alcuni nodi. L’esame del provvedimento riprenderà da mercoledì 19 aprile.
La “Carta”, di cui si è discusso a Roma è stata redatta dalla dottoressa Rosaria Bono. “Il notariato – si legge nella premessa – non è di principio favorevole o contrario al testamento biologico, ma si preoccupa di dare risposte il più possibile esaurienti ai cittadini che quotidianamente si rivolgono ai notai”. Due i punti di partenza da cui prende avvio la riflessione dei notai: i sondaggi sul testamento biologico, considerato un diritto da otto italiani su dieci, e la realtà dell’esistenza di numerosi Comuni italiani che hanno già istituito registri comunali delle Dat.
Nel merito del Testamento Biologico, spiega il documento “bisogna rispettare tre fondamentali esigenze: certezza della provenienza, legalità del contenuto, conservazione e rintracciabilità”. Fondamentale è “non sottovalutare l’aspetto emotivo e della consapevolezza, come fondamentale è pure l’aspetto dell’attualità della volontà”. Il riferimento è a dichiarazioni fatte in giovane età e in condizioni di ottima salute che possono essere ben diverse da quando invece si riceve una diagnosi gravissima per una malattia degenerativa. Per queste ragioni, “riteniamo che le disposizioni anticipate di trattamento debbano rivestire la forma dell’atto pubblico, strumento che assicura tutte le caratteristiche di cui sopra – capacità, consapevolezza, libertà, legalità – sotto la copertura della pubblica fede o, in subordine, quella della scrittura privata autenticata dal notaio”.
Altro punto irrinunciabile, spiega la Carta, è la terzietà di chi riceve la dichiarazione. “Non può essere ricevuta da soggetti coinvolti direttamente o indirettamente nella vicenda della malattia, dell’assistenza e del fine vita del disponente, in potenziale conflitto di interessi con il disponente, o con le persone che lo assistono. Pensiamo al familiare su cui grava l’assistenza, all’erede patrimoniale o anche al medico che deve effettuare o sospendere i trattamenti magari in disaccordo con i parenti. Il notaio è per sua natura un pubblico ufficiale imparziale e indipendente”. All’atto notarile, vista l’esigenza di garantire la piena consapevolezza del malato, “è auspicabile che si affianchi l’opera del medico curante, in funzione di testimone all’atto pubblico, o con una preventiva relazione medica che attesti la piena e specifica informazione data al disponente della patologia e dei trattamenti possibili”.
La forma di atto notarile del documento contenente le Dat permetterebbe, quindi, l’inserimento delle stesse in un Pubblico Registro informatizzato e accessibile nel rispetto della tutela della privacy, Registro che potrebbe essere tenuto dal notariato stesso. “Il Registro deve essere unico, nazionale, affinché possa essere consultato dai medici rianimatori in qualunque luogo del territorio nazionale”, osserva la Carta, poiché Registri comunali o regionali “potrebbero essere esposti al rischio di diversità di trattamento tra una regione e l’altra e inoltre risultare di difficile consultabilità”.
“Il notariato è pronto per tenere questo Registro. I notai sono collegati da molti anni in rete tra loro e con la PA e da sempre aggiornano i registri pubblici in tempo reale, lavorano tra loro in rete, ad esempio gestendo a distanza le aste immobiliari on line. Sono quindi in grado di offrire sin da subito un’alta professionalità”, conclude il documento, con il quale si auspica anche l’esenzione di queste Dat dall’obbligo di registrazione, l’esenzione dal bollo e da qualsiasi altro tributo, imposta o tassa.