I funzionari militari della Colombia e dell’Ecuador hanno annunciato un aumento delle operazioni congiunte aeree, navali e terrestri contro il traffico di droga e i gruppi della criminalità organizzata nell’area di confine. La decisione è stata presa a seguito dell’ultimo vertice sulla sicurezza tenutosi la settimana scorsa. I governi di entrambi i Paesi hanno accettato di incrementare la cooperazione per la sicurezza dei confini condivisi a causa della violenza legata al mutamento delle dinamiche nel mondo della criminalità in Colombia.
Il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, ha anche rivelato che il suo governo raddoppierà la ricompensa per le informazioni che potrebbero portare all’arresto di un leader di una fazione dissidente delle forze armate rivoluzionarie smobilitate della Colombia (FARC).
Tutte le indicazioni vanno al famigerato “Guacho”, accusato di coinvolgimento nello scoppio dell’autobomba del mese scorso in una stazione di polizia nella città portuale di San Lorenzo, in Ecuador, vicino al confine colombiano. In quell’occasione si sono contati ventotto feriti e l’attentato ha spinto le autorità ecuadoriane a dichiarare uno stato di emergenza locale dispiegando più di 500 soldati nell’area.
Il 17 febbraio, pochi giorni dopo l’annuncio dell’aumento della cooperazione per la sicurezza, i militari dell’Ecuador si sono trovati a scontrarsi con un gruppo di uomini armati nella città di San Lorenzo. Non è stata registrata alcuna vittima, ma un sospetto è stato arrestato durante quello che l’esercito dell’Ecuador ha descritto come un’aggressione transfrontaliera respinta.
I funzionari non hanno ancora stabilito l’identità del gruppo armato responsabile dell’ultimo scontro di confine. Recenti sviluppi rivelano che potrebbe essere ancora Guacho e il responsabile dissidente Daniel Aldana, che avrebbero rifiutato l’accordo di pace tra FARC e governo.
E sarebbe proprio questo continuo tentativo da parte delle fazioni dissidenti delle FARC di assicurarsi le aree strategiche al confine con l’Ecuador, che avrebbe provocato gli ultimi scontri violenti. Proprio la citata area costiera di San Lorenzo, offrirebbe le caratteristiche ideali ai gruppi di narcotrafficanti che cercano il punto di partenza per le spedizioni internazionali di cocaina. La città portuale si trova appena oltre il confine di Tumaco, il principale comune in Colombia per la coltivazione della coca, spesso citato nelle analisi d’intelligence.
Considerato territorio delle FARC, Tumaco ha subito violenti attacchi a seguito della firma dell’accordo di pace con i ribelli (2016) poiché i diversi gruppi criminali hanno tentato di stabilire il loro predominio sulla regione. Agli inizi del 2018 , il governo colombiano ha dispiegato più di 1800 soldati militari a Tumaco, nel tentativo di reprimere la violenza legata al traffico di droga. San Lorenzo resta la località strategica primaria avendo accesso all’Oceano Pacifico, attraverso numerosi estuari che attraversano la riserva ecologica, preservando la foresta più alta del mondo che offre una copertura perfetta per il trasporto della droga. Inoltre, la sua vicinanza al confine con la Colombia la rende idonea come area di transito per la cocaina in partenza dal resto della costa del Pacifico, ormai trampolino di lancio per le spedizioni internazionali di droga.