Continua, quasi indisturbata, l’offensiva del gruppo jihadista Ansar al-Sunna in Mozambico.
Dopo gli attacchi dell’autunno scorso e quello del 13 gennaio, nella giornata di ieri i miliziani hanno colpito l’ospedale di Nangade, località a 100 chilometri da Palma, uccidendo un infermiere e una paziente.
Il raid del gruppo si è protratto per alcuni minuti, durante i quali sono state razziate le scorte di medicinali, mentre per la fuga i terroristi hanno utilizzato un fuoristrada e quattro moto rubati nel posteggio del nosocomio.
Il distretto di Nangade, a nord dello Stato africano, conta circa 60.000 abitanti e non è nuovo alle incursioni degli jihadisti, che polizia ed esercito stentano ad arginare. La zona fatta oggetto degli attacchi paga la vicinanza a Capo Delgado, provincia nella quale operano aziende occidentali, tra cui l’italiana Eni, impegnate nella costruzione di impianti di liquefazione di gas naturale, le cui riserve rappresentano una preziosa risorsa per il Paese. Proprio gli impianti in costruzione potrebbero rientrare nelle mire degli jihadisti per i quali gli interessi occidentali nella zona rappresenterebbero un obiettivo ideale.
Le milizie di Ansar al-Sunna sono ideologicamente affini agli Shaabab somali e al gruppo Boko Haram nigeriano. I numerosi raid compiuti negli ultimi mesi mostrano chiaramente la tendenza all’espansionismo degli jihadisti del Continente nero che, oltre a seminare il terrore e nel contempo portare avanti una politica di reclutamenti, si giovano dei continui approvvigionamenti di armi e medicinali frutto delle razzie in danno delle forze di sicurezza del Paese e della popolazione civile.