“I raptus omicida non esistono. Bisogna iniziare a parlare di cattiveria, aggressività e consapevolezza. Inoltre, non è mai stato dimostrato, tranne che in un caso eccezionale, che i farmaci incidano”. Così a Ofcs.Report il professor Claudio Mencacci, presidente della società italiana di psichiatria e direttore di neuroscienze presso l’azienda ospedaliera Fatebenefratelli.
Dottor Mencacci qual è la sua opinione in merito al raptus omicida?
“È una condizione che da un punto di vista psico-patologico non esiste. Spesso ne viene fatto un ricorso del tutto inappropriato. Cosa ancor più grave, è che spesso se ne fa un uso giustificazionista e assolvente. Normalmente c’è una lunga preparazione e un’attitudine alla violenza e all’aggressività, che trova un momento culminante già precedentemente manifestato”.
È possibile che un depresso, la cui caratteristica principale è la paura del rapporto con gli altri, compia omicidi?
“Prima di tutto, le persone depresse non sono assolutamente più esposte a compiere alcun tipo di crimine. Anzi, sono spesso loro a compiere del male verso se stessi. Sicuramente una condizione di grave sofferenza dal punto di vista sia biologico che psichico può comportare momenti di grave sconforto. Le manifestazioni aggressive in corso di depressione sono perciò abbastanza rare e possono essere gestite se le persone arrivano alle cure”.
Qual è secondo lei la connessione tra raptus omicida e femminicidio?
“La connessione non c’è. Ci sono uomini che odiano le donne, che sono sopraffattori e prevaricatori e quindi violenti. È questo l’unico rapporto”.
È giusto quindi parlare di femminicidio?
“Si deve parlare di omicidio di genere e si deve tornare a parlare di sopraffazione, prepotenza e violenza”.
Molti disturbi sono causati da squilibri. Come trovare il giusto equilibrio, tra la vera conoscenza della psicologia e della psichiatria e le estremizzazioni di queste ultime?
“Quello che sappiamo è che i disturbi che compaiono normalmente hanno un’importante base bio-psico-sociale. Hanno una componente, come per qualunque altra tipologia del nostro organismo, che noi impropriamente chiamiamo o fisica o psichica. Quel che dobbiamo fare è far si che le persone non abbiano tanta diffidenza nei confronti di uno specialista per ricevere, dove necessario le indicazioni più corrette per risolvere le loro problematiche”.