La recente ondata di attacchi terroristici che ha sconvolto Israele, non giunge del tutto inaspettata. Da settimane le organizzazioni paramilitari di Gaza e del Libano hanno dato ampi segni di una seria e meticolosa preparazione di un’offensiva, con gli abbondanti approvvigionamenti giunti da Teheran, sotto la “copertura” della crisi russo-ucraina e lo spostamento dell’attenzione dei media. Non è un caso che si siano improvvisamente interrotti gli sporadici lanci di razzi dalla Striscia di Gaza, così come quelli dal Golan e dal Libano. Un segnale inquietante della preparazione di un’escalation a sorpresa ed in grande stile.
È, infatti, in preparazione una vera e propria riscossa condotta dai terroristi filo-palestinesi, sotto la direzione dell’establishment iraniano che ha tratto frutto dal ritiro di truppe americane e russe dal teatro siriano, che di fatto hanno allentato la pressione contro i movimenti dei Pasdaran e dei loro affiliati.
In chiave prospettica, dalle notizie provenienti da fonti informative stanziate nell’area mediorientale, una massiccia offensiva sarebbe già stata preventivata in occasione dell’inizio del mese di Ramadan e verrebbe condotta dagli “squadroni della morte” di Gaza, addestrati da Hamas e dalla jihad islamica, da rampe missilistiche occultate ai confini al sud del Libano in caseggiati e ruderi, e dal fronte nord est del Golan, con incursioni condotte da miliziani Hezbollah appoggiati dalla Forza Quds iraniana.
Inoltre, per aumentare il senso di caos e di panico, commando provenienti da Jenin, Ramallah e Nablus, sarebbero intenzionati a condurre sporadiche azioni coordinate con l’uso di armi leggere nei maggiori centri abitati di Israele. Esempi ne sono i quattro attacchi condotti nelle ultime due settimane che hanno provocato vittime, feriti e un diffuso senso di panico.
Il reclutamento dei “martiri” si sarebbe concluso nel mese di febbraio con il loro arruolamento nelle fila dei gruppi islamisti e includerebbe numerosi minorenni alle cui famiglie verranno devoluti aiuti economici non indifferenti.
Da non sottovalutare il riarmo dei miliziani sciiti stanziati sulle alture del Golan e ben mimetizzati nelle grotte delle vallate. L’utilizzo di squadre di terroristi era già stato rilevato nei mesi scorsi, ma il numero delle incursioni è destinato ad aumentare.
Hamas sta tenendo a freno i suoi miliziani in attesa della messa in opera dei piani in piena sinergia con Hezbollah, Abu Mazen condanna l’attentato della serata di ieri e la Jihad islamica non rivendica ma “festeggia” le eroiche gesta del terrorista eliminato. Una situazione in continua evoluzione che non promette nulla di buono.