L’Europa si blinda. La paura e il rischio attentati hanno messo in allarme le autorità e così a Roma, come nelle altre metropoli, per la notte di San Silvestro le misure di sicurezza sono state elevate al massimo.
La Questura della Capitale ha predisposto un capillare piano di sicurezza che si svilupperà dal 30 dicembre al 1° gennaio. Una pianificazione che è stata modificata rispetto agli anni scorsi soprattutto nelle modalità di accesso delle persone ai luoghi di maggior afflusso. Le forze delegate alla sicurezza non saranno più concentrate solo presso gli obiettivi sensibili, quali San Pietro, le altre basiliche o piazza di Spagna, luoghi ove si celebreranno le funzioni religiose di fine anno, ma anche considerando la miriade di eventi previsti per i festeggiamenti, la vigilanza sarà capillare e gestita dalla Questura di Roma, anche con l’ausilio di reparti specializzati nella gestione di dinamica di folla, squadre di cinofili anti-esplosivo che opereranno in sinergia con gli artificieri e pattuglie appiedate in uniforme. In relazione alla minaccia terroristica è previsto l’impiego di specifiche unità di polizia, oltre che prevedere un filtraggio con metal detector durante gli afflussi nelle aree di maggiore impatto come il Circo Massimo e il Lungotevere che saranno controllati a mezzo di varchi presidiati dalle forze dell’ordine.
Le minacce di Isis
Sui festeggiamenti per l’inizio dell’anno nuovo pesano le continue minacce rivolte all’Occidente e all’Europa in particolare che, quotidianamente, vengono trasmesse tramite messaggi sul web corredati da fotomontaggi e filmati che incitano a colpire i miscredenti.
Anche attraverso la piattaforma Telegram, l’Isis ha avvertito “i musulmani negli Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna, Canada, Belgio, Australia e Italia” di tenersi lontani da “mercatini, strade e parcheggi” poiché ritenuti luoghi di assembramento dei “crociati” che saranno gli obiettivi dei soldati del Califfato.
Obiettivo Isis: spostamento jihad in Europa
La dialettica non si discosta da quella utilizzata a cadenza quasi quotidiana e che ha già riguardato le festività natalizie che, comunque, non hanno fatto registrare incidenti di rilievo.
Lo spostamento della Jihad in Europa è l’obiettivo che l’Isis intende perseguire da tempo nonostante i rovesci subiti sui campi di battaglia e la perdita della quasi totalità dei territori che costituivano l’autoproclamato Califfato islamico. Notizie recenti riguardano un nutrito gruppo di jihadisti britannici che si sarebbero rintanati in Turchia e da quelle coste avrebbero inteso raggiungere le coste europee per continuare a perseguire gli ideali jihadisti colpendo l’Occidente sul proprio suolo.
Per il compimento di nuovi attacchi i seguaci di al-Baghdadi potrebbero utilizzare nuove tattiche di mimetizzazione che prevederebbero anche l’uso di divise delle forze di polizia o di altri addetti ai servizi pubblici, il furto di taxi o mezzi pubblici da lanciare in mezzo alla folla.
In questo contesto è bene non sottovalutare la continua ascesa nel panorama del jihadismo mondiale della figura di Hamza bin Laden che, a fronte della sconfitta militare dell’Isis, ripropone le antiche tematiche anti-occidentali ma con un bacino di seguaci completamente mutato rispetto a quello verso il quale si rivolgeva il padre Oussama.
Dalle montagne dell’Afghanistan alle metropoli occidentali, dai mujaheddin asiatici a quelli delle banlieue
La jihad, rivisitata da Hamza in chiave mondialista, prescinde da pianificazioni riservate a gruppi ristretti di strateghi, ma si affida allo spontaneismo dei singoli. Proprio in considerazione della rivalità che potrebbe accendersi tra la nuova al-Qaeda e il Daesh sul piano operativo, potremmo assistere ad una sorta di gara a chi per primo colpisce un determinato obiettivo che provochi una risonanza mediatica tale da risvegliare gli animi sopiti degli estremisti in sonno o di quelli disillusi dalla fine di un sogno chiamato Califfato ridando fiducia e spingendoli a gesti estremi “Fi-Sabilillah”, per la causa di Dio.