Bocconi avvelenati, bracconieri e impatti con le auto. Ogni anno almeno 300 lupi vengono uccisi in Italia. Reati ambientali incontrollati contro una specie protetta e fondamentale per l’ecosistema, una specie che è vittima di un vero e proprio assedio da parte di chi, in maniera incosciente, non ha ancora trovato il modo di convivere con questo meraviglioso animale. È proprio la cattiva informazione, ma anche la mancanza di prevenzione, a rendere macroscopico il problema della relazione uomo-lupo, che avrebbe bisogno solo di maggiore attenzione e meno aggressività.
Il Wwf ha lanciato l’8 maggio la campagna “Sos Lupo”, un tentativo di fermare l’odio verso un animale da sempre erroneamente considerato cattivo e vittima di barbarie. E’ ormai nota l’ultima, macabra, vicenda capitata a Livorno, dove un lupo è stato scuoiato e appeso, come simbolo, come fosse un fantoccio, un totem di una battaglia contro gli attacchi agli allevamenti. La vicenda infatti è accaduta nei mesi caldi del dibattito che ha paventato la riapertura della caccia verso questo predatore dei boschi. Secondo il Wwf, più del 20% degli esemplari italiani di lupo resta vittima dei bracconieri armati di fucili, trappole o esche avvelenate o muore investito da auto che attraversano con troppa velocità i territori dove vivono. Un’ecatombe che non si ferma nemmeno nelle aree protette. Ci sono poi alcune zone calde di bracconaggio, come la provincia di Grosseto, in Toscana, dove lacci, veleno e fucili ancora uccidono decine di lupi, a volte persino esposti in modo provocatorio.
Per due settimane, dall’8 al 22 maggio, il Wwf promuove attraverso l’sms solidale 45524 una campagna per salvare il lupo. Una raccolta fondi che finanzierà i controlli sul campo delle Guardie volontarie, l’utilizzo degli sniffer-dog, la cura degli animali feriti nei centri specializzati. Ma un aiuto, dal WWF, arriverà anche per gli allevatori ‘salva-lupo’, contribuendo al mantenimento dei cani da guardia più adatti e assisterli con campi di volontariato.
@CastoldiSimona