I Pasdaran iraniani della sezione “Forza quds” sarebbero impegnati nella costituzione di una rete di cellule terroriste nell’Africa occidentale per colpire i beni degli Usa e degli alleati, tra cui anche l’Italia. E’ quanto riferisce il quotidiano britannico Telegraph, ripreso anche dal Jerusalem Post, secondo il quale il piano degli iraniani è stato congegnato come rappresaglia per la decisione di Washington di imporre nuove sanzioni contro il regime di Teheran. “L’obiettivo della nuova cellula terroristica – si legge sul Telegraph – è di colpire gli Stati Uniti e altre basi militari occidentali nel Continente, così come ambasciate e funzionari. Si dice che le cellule iraniane siano attive in un certo numero di paesi africani tra cui il Sudan, il Ciad, il Ghana, il Niger, il Gambia e la Repubblica Centrafricana”.
Anche l’Italia nel mirino dei Pasdaran
Ma la strategia dei Pasdaran andrebbe intesa in senso più vasto, secondo fonti di intelligence, con l’ampliamento della diffusione di cellule terroriste in tutto il globo in chiave anti-occidentale. A capo dell’organizzazione, ordinata da Qassem Suleimani, capo della Forza Quds sezione d’élite del Corpo delle Guardie Repubblicane dell’Iran responsabili per le operazioni all’estero, vi sarebbe Hamed Abdollahi, un veterano ufficiale dei Pasdaran a capo della “Forza 400”, un’unità altamente specializzata, mentre la cellula africana sarebbe diretta da Ali Parhoon, altro ufficiale della stessa unità di élite.
Sempre secondo il Telegraph, le cellule iraniane sono già attive in numerosi paesi africani tra i quali il Sudan, il Ciad, il Ghana, il Niger, il Gambia e la Repubblica Centrafricana. Una prima unità terrorista operante in Ciad è stata individuata nel mese di aprile a seguito di numerosi arresti di uomini tra i 25 e i 35 anni, reclutati dagli iraniani allo scopo di portare a termine operazioni contro gli interessi occidentali nel Continente africano. I circa 300 soggetti “arruolati” dai Pasdaran, sarebbero stati sottoposti ad un rigoroso addestramento in Iraq, Siria e Iran nella base di Najaf e pronti ad azioni immediate. Come riferisce il quotidiano britannico, il Dipartimento di stato americano ha diffuso un avvertimento alle missioni diplomatiche e militari statunitensi nei paesi dove è stata segnalata l’attività dei militanti iraniani, comunicato esteso come alle missioni diplomatiche di altri paesi occidentali, tra cui la Gran Bretagna, la Francia e l’Italia.
Mossad e servizi segreti inglesi scoprono i piani dei Pasdaran
La scoperta dei piani di Teheran, sarebbe stata agevolata a seguito di un operazione condotta dall’MI6, in collaborazione con il Mossad israeliano, che ha consentito la cattura di alcuni elementi, individuati nella periferia di Londra, che avevano accumulato tonnellate di esplosivo da utilizzare a fini terroristici.
In tale contesto il presidente degli Usa, Donald Trump, ha tenuto a ribadire e sottolineare l’importanza delle nuove sanzioni contro il regime degli ayatollah e di voler contare sul massimo appoggio da parte degli alleati occidentali a sostegno della campagna rivolta allo stop della proliferazione nucleare iraniana e del sostegno di Teheran al terrorismo di matrice politico-confessionale.
Netanyahu: “Iran non metta alla prova Israele”
Il 19 giugno scorso, anche il Gabinetto di sicurezza israeliano, convocato dal premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme, avrebbe affrontato il tema focale delle crescenti tensioni con l’Iran. Netanyahu, avrebbe rivolto un monito agli iraniani, affermando “di non mettere alla prova Israele”. Dichiarazioni seguite dalla pubblicazione sul quotidiano israeliano Haaretz di un articolo in cui si sostiene che “l’Iran potrebbe compiere provocazioni contro Israele per inasprire il confronto con gli Usa”.
Proprio ieri, il premier israeliano durante un colloquio con il consigliere per la sicurezza nazionale della Federazione russa, Nikolaj Patrushev, è ritornato in argomento dichiarando che non permetterà all’Iran di procurarsi armi nucleari e di stabilire una presenza vicino ai confini dello Stato ebraico. Netanyahu, rivolgendosi al rappresentante russo, ha concluso dicendo che “la Russia comprende l’importanza che attribuiamo al regime che chiede la nostra distruzione e lavora per raggiungere questo scopo”.