Centosedici. E’ questo il numero delle donne uccise nel corso di quest’anno da (spesso ex) mariti e compagni, da altri familiari o da spasimanti respinti. Centosedici vite, centosedici storie diverse, centosedici vittime della violenza di un uomo incapace di contenere la propria rabbia.
Un altro anno di “femminicidi”, di amori finiti nel peggiore dei modi, di relazioni che diventano ossessioni morbose. Secondo l’ultimo rapporto Eures dal titolo “Caratteristiche, dinamiche e profili di rischio del femminicidio in Italia”, nel 2016 è stata assassinata più di una donna ogni tre giorni, solo il 3,3% in meno rispetto al 2015. Il 53,4% dei casi si è verificato al Nord, nel 75,9% tra le pareti domestiche e una volta su tre è stata usata un’arma da taglio.
Le prime due vittime, nei primissimi giorni dell’anno, hanno perso tragicamente la vita in provincia di Napoli. Marina, 44 anni, è stata massacrata a colpi d’ascia dal marito che ha poi accoltellato nel sonno anche la loro bimba di 4 anni, Katia.
Poi a febbraio la morte di Luana, 41enne della provincia di Catania. Era madre di tre figli ed è stata uccisa da un compagno che non accettava la loro separazione. Un uomo che sedici anni prima si era macchiato dell’omicidio di un vicino di casa e che nel 2012 era già stato arrestato per lesioni nei confronti della ex compagna.
A marzo, in provincia di Padova, Mariana è uscita per incontrare il ragazzo con cui aveva interrotto da poco una relazione. Si erano conosciuti in Germania e lui era arrivato in macchina da Monaco di Baviera per tentare di riconquistare la giovane 24enne. Aveva portato con sé un mazzo di mimose e una pistola semiautomatica, con cui l’ha uccisa sparandole tre volte mentre lei era seduta al suo fianco.
In aprile, in provincia di Vicenza, Monica è stata accoltellata alla schiena mentre mostrava una villetta in fase di completamento al suo assassino. Lui, più giovane di nove anni, non accettava che la donna avesse posto fine alla loro relazione durata qualche mese.
A maggio, nella periferia di Roma, una ragazza di 22 anni è stata data alle fiamme dall’ex fdanzato. Sara stava rientrando a casa quando il suo aguzzino ha rincorso e speronato la sua autovettura costringendola a fermarsi. Dopo esser stata cosparsa di benzina, la giovane ha tentato di fuggire ma è stata raggiunta ed uccisa.
A giugno, a Milano, la 43enne Micaela ha perso la vita nell’esplosione della palazzina in cui abitava con le due figlie e il compagno da cui si stava separando. Lui, rimasto ustionato insieme alle due bambine, avrebbe manomesso il tubo del gas per farla finita.
A metà luglio, Loretta, 54enne della provincia di Varese, era in partenza per le ferie in Toscana. Mentre il marito sistemava i bagagli nella vettura di famiglia, lei lo avrebbe rimbrottato. E’ stato proprio l’uomo a raccontarlo ai Carabinieri, dicendo di aver ucciso la moglie a martellate pochi attimi prima.
Ad agosto, a Lucca, anche per Vania è arrivata una morte atroce. La donna di 46 anni è stata data alle fiamme da un ex collega che, dopo la conclusione di una breve relazione, aveva cominciato a stalkerarla.
A settembre, a Parma, Elisa è stata uccisa dalla persona con cui aveva condiviso tredici anni. La 39enne si era recata a casa del suo ex per un chiarimento, ma è stata aggredita con una tale furia che il coltello si è spezzato mentre le venivano inferti diversi fendenti al petto.
Ad ottobre, sulle montagne del pistoiese, la 28enne Lamiae è morta tre le fiamme della sua casa. L’assassino l’ha aggredita, ferita e ha incendiato una bombola di gas che si trovava nell’abitazione. Lei aveva respinto le avances dell’uomo.
A novembre, nella periferia di Napoli, un altro marito ha sparato a sua moglie. Stefania, di 28 anni, aveva deciso di separarsi dal coniuge, da cui aveva avuto due figli ancora piccoli, dopo anni di botte e minacce. Secondo la madre di lei, la giovane donna non aveva mai trovato il coraggio di denunciarlo “per paura che potesse succedere qualcosa”.
L’ultimo drammatico episodio, consumatosi la notte della Vigilia di Natale, è avvenuto in un piccolo paesino tra le colline di Verbania. Alessia, 29 anni, è stata uccisa con trenta coltellate dal suo fidanzato mentre nella stanza a fianco dormiva la loro figlioletta di 4 anni. “Lei voleva lasciarmi e io non riuscivo a sopportarlo”, avrebbe confessato l’uomo ai Carabinieri.
Queste sono solo dodici storie, una per mese, di un intero anno macchiatosi ogni settimana di episodi di violenza raccapriccianti.
Solo un mese fa, a Roma, la manifestazione contro la violenza sulle donne “Non Una di Meno” ha registrato la partecipazione in piazza di 200mila persone ed è già stato indetto, per il prossimo 8 marzo, uno “Sciopero Globale delle Donne”, che ha già raccolto l’adesione di oltre 22 paesi in tutto il mondo.
Nel frattempo, i centri anti-violenza italiani restano coi fondi bloccati (o meglio stanziati dal Piano Antiviolenza e mai erogati dalle regioni) e, come avverte Elisa Ercoli di Differenza Donna, “si rende sempre più necessario un controllo sociale allargato”.