L’unione tra Lega e Movimento Cinque Stelle pare faccia paura a molti, soprattutto in Europa. I tentativi di delegittimarlo ancora prima che nasca, arrivano da più parti.
Il partito ‘LegaStellato‘ ha partorito il tanto atteso nome di colui che dovrebbe essere il premier del prossimo Governo: Giuseppe Conte. Passata l’empasse del “chi è?” (perchè pochi lo conoscevano) e il “perchè proprio lui”, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è preso del tempo per riflettere, mentre sul curriculum di Conte si è scatenata la bufera.
Paragonando la realtà politica a quella personale, quanti di noi vorrebbero prendersi sempre tutto questo tempo per riflettere davanti a scelte importanti della vita? Per noi si chiamano “brevi ed angoscianti riflessioni”, per loro si chiamano “consultazioni esplorative”. Come nei quiz televisivi dove hai a disposizione ‘l’aiuto da casa’. Mattarella ha chiesto due volte l’aiuto del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e altre due volte quello del presidente della Camera, Roberto Fico. La seconda convocazione, fanno sapere dal Quirinale, è pura “cortesia istituzionale”, visto che ai due presidenti era stato affidato il mandato esplorativo.
Ma passata una settimana con il totonomi del premier, per i ministri e per il contratto gli italiani si aspettano al più presto una risposta. E a quanto pare non solo loro, anche l’Europa comincia a fare pressing. Al momento non vi è certezza alcuna, se non che per “certe cose serve del tempo”, un tempo che sembra infinito, quasi quanto un romanzo di Lev Tolstoj.
La paura dell’intesa Lega-M5S
E allora si rincorrono le ipotesi su quello che potrebbe accadere. Abili commentatori si spingono ad interpretare il pensiero del Quirinale. Intanto, dilaga la paura per un governo considerato populista e anti- Ue. Ma perché tanti timori? Soprattutto le preoccupazioni che arrivano dall’Europa tendono a delegittimare l’intesa Lega-Ms5 ancora prima di nascere. Sul punto è intervenuto Antonio Maria Rinaldi, professore di Finanza aziendale all’Università Gabriele D’Annunzio di Pescara, che in un’intervista rilasciata a Il Sussidiario commenta: “Mantenendo il suo atteggiamento fatto solo di rimbrotti, la Ue continua a riproporre un copione sbagliato. Lo si capisce dal fatto che proprio per effetto di questo status sono sorti problemi politici e aspre critiche sulla governance europea. Succede ora in Italia, ma è già accaduto prima in Austria, in Francia, in Ungheria o in Polonia, per non parlare della Gran Bretagna, che ha addirittura scelto di lasciare l’Unione. L’insorgere di queste critiche sta a significare che qualcosa non va”.
E sugli allarmi che si sono susseguiti negli ultimi giorni anche da parte dei grandi giornali stranieri, Rinaldi spiega: “Hanno semplicemente fatto il copia-e-incolla dei titoli già pubblicati nel 2011, senza neppure un minimo sforzo di fantasia. Non hanno capito la lezione, fanno del terrorismo mediatico che non fa che aumentare il disagio. Come per la Ue, non si può andare avanti solo con gli ammonimenti e le minacce. Ripeto: vediamo dove è possibile intervenire per far crescere la condivisione tra gli Stati membri o per modificare tutti quei punti che non hanno saputo tenere insieme i paesi Ue. Perché intestardirsi sullo status quo senza fare nulla per aggiornarlo? Così ci giochiamo il futuro dell’Europa”.
La sensazione, però, rimane sempre la stessa. Lo sforzo da parte dei 5 Stelle e della Lega di evitare che si formasse un Governo tecnico è stato apprezzato dagli elettori ma non dai burocrati. D’altronde sono state le due forze politiche più votate. Ma, perchè c’è sempre un ma, sembrerebbe quasi un accontentarsi da un lato e dall’altro. Una forma ibrida che difficilmente potrebbe andare bene a tutti. Anche perché chi ha votato Lega non vuole i 5 Stelle al Governo e viceversa.
Il ritorno del Cavaliere
Nel dubbio, però, c’è sempre il Cavaliere, Silvio Berlusconi, che a 81 anni, tornato candidabile, è pronto a rimettersi in gioco, anche se non richiesto. Berlusconi è un evergreen, un pò come il tailleur blue che hai dentro l’armadio e sai che tanto non passa mai di moda. Per lui l’era del ‘sto dietro a 4 appena arrivati durante le consultazioni’ è finita. Non vedremo più Berlusconi fare il mimo con le mani per tenere la lista di cose che elenca qualcun altro.
Ora, visti gli ultimi accordi, il centrodestra che, ricordiamolo, si è presentato alle elezioni unito si separerà sempre di più e diventeranno l’uno opposizione dell’altro. E questo, va detto, altro che il Trono di Spade, porterà la suspence alle stelle. Non è solo il filone principale ad essere interessante, ma tutto il contorno e visto che Luigi di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, ha pubblicamente annunciato l’inizio della Terza Repubblica, ne vedremo delle belle.