Il ministro degli interni tunisino, Hichem Fourati, ha annunciato che una rete internazionale clandestina che favoriva l’afflusso di jihadisti verso l’Europa è stata smantellata nel paese nordafricano. L’operazione ha portato all’arresto di quattro iracheni e un tunisino che avevano basato la loro attività sull’utilizzo di uno stock di 4.500 passaporti in bianco rubati l’estate scorsa dagli uffici del consolato tunisino a Lione, in Francia. Altri aderenti al gruppo sono stati identificati e sono attualmente attivamente ricercati, anche se si teme che possano avere fatto perdere le tracce infiltrandosi tra i clandestini diretti verso le coste europee.
Le autorità tunisine ritengono che siano numerosi i miliziani jihadisti reduci dai teatri di guerra mediorientali che starebbero tentando di percorrere l’itinerario che attraverso Egitto e Libia li condurrebbe verso le zone costiere del Maghreb, da dove provare ad imbarcarsi verso l’Italia o la Spagna. Sarebbero circa 800 i tunisini rientrati nel paese d’origine dopo la disfatta dell’Isis in Siria ed Iraq, mentre 2200 quelli ancora attivi sui diversi fronti, dal Mali alla Libia.
In un diverso contesto investigativo, la polizia tunisina ha tratto in arresto due soggetti ritenuti connessi al fermo di un 29enne tunisino bloccato il 20 giugno scorso nella città di Colonia in Germania, poichè sospettato di preparare un attentato con l’utilizzo di una bomba biologica a base di ricina, un potente veleno. Gli inquirenti tedeschi, durante la perquisizione effettuata nei confronti del sospetto, avevano rinvenuto materiale idoneo all’assemblaggio di ordigni esplosivi, semi di ricina ed altre sostanze tossiche da utilizzarsi nella composizione della micidiale miscela.
Il governo tunisino, per bocca del ministro dell’ Interno, ha annunciato che le autorità stanno ponendo in essere il maggior impegno possibile per tutelare la sicurezza del Paese con maggiore attenzione all’area costiera oggetto di afflusso di turisti per la stagione estiva e al controllo delle zone di confine dove sono stati schierati numerosi veicoli blindati nel timore di infiltrazioni da parte di cellule jihadiste.