L’intelligence israeliana ha fallito. Sono molti gli interrogativi che in queste ore si presentano agli analisti del settore. Primo fra tutti il fallimento totale del concetto di sicurezza di Israele e delle sue agenzie di intelligence.
I leader israeliani e l’IDF preventivavano che il pericolo principale fosse in agguato in Libano e in Cisgiordania e, considerato ciò, la maggior parte delle forze e delle risorse militari sono state dirottate su quei fronti, senza tenere conto delle capacità di osservazione dei terroristi di Hamas, Jihad islamica e Hezbollah che hanno tracciato una mappatura dei punti cardine delle difese israeliane. Tutto ciò ha lasciato la regione di Gaza e dei territori confinanti vulnerabili a un attacco su vasta scala. È stato un “rischio calcolato” rivelatosi terribilmente errato.
7.500 razzi pronti al lancio dal sud del Libano
A questo punto, come già più volte rappresentato, i rischi per Israele sono enormi. Secondo una stima ottenuta da fonti confidenziali, sarebbero 7.500 i razzi e i missili pronti al lancio dal sud del Libano verso il territorio di Israele. Tutti, ovviamente, forniti dall’Iran e con rampe di lancio occultate nei paesi di confine, presidiate da miliziani dell’IRGC.
Inoltre, come noto, le forze di interposizione dell’Unifil, già considerate inutili, si sono ritirate nelle loro basi lasciando il confine completamente sguarnito. Un obiettivo appetibile per eventuali raid di Hezbollah contro i centri abitati oltre confine.
In aggiunta, secondo piani stabiliti negli incontri tra i leader di Hamas, Jihad islamica ed Hezbollah, tenutisi a Beirut nei mesi scorsi, lo “sworm attack” prevede che vengano coinvolte anche le entità in mano ai palestinesi del centro di Israele, Ramallah, Gerico, Betlemme ed anche Nablus, con azioni mirate alle realtà israeliane della zona.
Nel contempo il Gabinetto di sicurezza Israele ha sancito lo stop alle forniture a Gaza di energia elettrica, carburante e beni di consumo. L’esercito israeliano afferma di aver colpito l’abitazione del capo dell’intelligence di Hamas nella Striscia di Gaza, come riportato dal quotidiano The Times of Israel. IDF ha dichiarato che la casa è stata utilizzata come infrastruttura militare dal gruppo terroristico e che l’esercito dello Stato ebraico sta continuando a effettuare attacchi su tutta la Striscia di Gaza da cui ieri sono partiti gli attacchi di Hamas.
La risposta di Israele
Da ieri sera le navi della marina militare israeliana bombardano obiettivi selezionati a Gaza, così come gli elicotteri d’attacco dell’IDF. Sono 31 i battaglioni schierati nella regione, mentre sono quattro le divisioni e carri armati in arrivo. A tale scopo le Ferrovie israeliane hanno avviato un servizio speciale per trasportare soldati nella regione di Gaza.
In queste ore l’esercito israeliano ha ucciso oltre 400 terroristi palestinesi nel sud di Israele e nella Striscia di Gaza, come ha dichiarato il principale portavoce delle Forze di Difesa, Daniel Hagari. Decine di membri di Hamas sono stati catturati durante i combattimenti. “Al momento ci sono forze che combattono a Kfar Aza, ci sono perquisizioni in un gran numero di città. Vi sono forze dell’IDF in tutte le città, non c’è città che non abbia unità dell’IDF al suo interno”, ha detto Hagari in una conferenza stampa riportata dai media israeliani. IDF intende evacuare tutti i residenti dalle città al confine di Gaza, ha aggiunto il portavoce.
Sul fronte diplomatico, i Talebani hanno chiesto a Iran, Giordania e Iraq di consentire il transito delle loro truppe per “conquistare Gerusalemme” (fonte: Jerusalem post), mentre un portavoce di Hamas, Ghazi Hamad, ha dichiarato alla Bbc che nel suo attacco ad Israele ha ricevuto il sostegno dell’Iran.
Rapporti non ancora confermati riferiscono, infatti, che il governo egiziano ha informato Israele che Hezbollah, attraverso canali secondari, si unirà alla guerra se le truppe di difesa israeliane decideranno di lanciare un’invasione di terra nella Striscia di Gaza.