Prima la visita di Matteo Salvini e adesso quella di Enzo Moavero Milanesi. La Libia sta finalmente tornando al centro degli interessi italiani. Il ministro degli Esteri è volato a Tripoli per una serie di incontri con le autorità locali. E a breve essere la volta anche del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che già in occasione della visita del ministro dell’Interno aveva manifestato al premier del governo di unità nazionale la volontà di un prossimo incontro.
Dopo anni di politica estera poco incisiva in Libia, a parte il lavoro dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti orientata a fermare lo sbarco di immigrati, il governo targato Pd non ha mostrato (almeno ufficialmente) grande interesse per il Paese nordafricano. Qualcuno potrebbe dire che tutto questo non corrisponde al vero, ma se qualcosa il precedente governo ha fatto è riuscito comunque e tenerlo ben nascosto.
Il Trattato di amicizia tra Libia e Italia
Moavero Milanesi è andato in Libia con i seguenti obiettivi: sostegno dell’Italia alle legittime Istituzioni libiche, centralità del dialogo politico e di riconciliazione nazionale, partenariato strategico (economia, sicurezza, flussi migratori). E tra i risultati della missione non passano inosservate le parole del ministro degli Esteri libico, Mohamed Siyala, che in conferenza stampa ha sottolineato la volontà di rilanciare il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia firmato nel 2008.
Ma non solo. Lo scambio tra i due Paesi continuerà, e non solo per fermare il traffico di immigrati. Il ministro degli Esteri italiano ha confermato il sostegno al governo di unità nazionale voluto dall’Onu e per questo il 9 luglio incontrerà a Roma il delegato Onu per la Libia, Salamè. Il governo di Sarraj, però, non è in grado di controllare il Paese, frammentato in diverse realtà. Per questo motivo il dialogo prima o poi dovrà coinvolgere anche altri esponenti come il generale Khalifa Haftar. Un’operazione già tentata dalla Francia che a fine maggio riunì intorno a un tavolo il premier Sarraj, Haftar, il presidente della Camera dei rappresentanti Aguila Salah, e quello del Consiglio di stato, Khaled al-Meshri. Al centro dell’incontro la questione del voto in Libia indicato per dicembre prossimo. Ma da quel vertice non è emerso nulla di impegnativo, al punto che gli impegni presi durante l’incontro non si sono tradotti in un documento firmato dai libici.
Minacce all’Italia
Nel panorama complesso della Libia il ruolo di Haftar, uomo forte della Cirenaica, non può essere ignorato. Proprio durate la visita di Moavero Milanesi, una tribù orientale fedele ad Haftar ha respinto quella che chiamano “l’ingerenza dell’Italia in Libia”, dicendo che i loro figli sono pronti per il “jihad contro i fascisti”. In una dichiarazione trasmessa dal canale televisivo di proprietà di Khalifa Haftar, “Libia Al-Hadat”, infatti, un gruppo della tribù Jawazi ha affermato di monitorare “i tentativi dell’Italia di creare una base coloniale in Libia” e sono pronti a sollevare “la bandiera del Jihad” contro quello che chiamano “lo Stato coloniale fascista d’Italia “.
Eni annuncia la fase 2 nel più grande giacimento di gas in Libia
In ogni caso, la visita a sorpresa del ministro degli Esteri è sul solco delle iniziative affinché l’Italia torni in Libia con un peso specifico anche per contrastare l’ingerenza francese, tesa a espandere gli interessi economici nel Paese nordafricano. E proprio la parte economica in questi giorni ha segnato un punto a favore del nostro Paese. L’Eni, presente in Libia dal 1959 dove produce attualmente circa 320.000 barili di olio equivalente al giorno, ha annunciato il via alla seconda fase del progetto offshore Bahr Essalam in joint venture con la compagnia nazionale libica.
“National Oil Corporation (Noc) e Eni – si legge in una nota – annunciano che Mellitah Oil & Gas, società operativa compartecipata paritariamente da Eni e Noc, hanno avviato la produzione dal primo pozzo del progetto offshore Bahr Essalam Fase 2 a soli tre anni dalla Decisione finale d’investimento (Fid). Entro una settimana circa è prevista la messa in produzione di due ulteriori pozzi, mentre altri sette pozzi entreranno in produzione entro ottobre. La fase 2 del progetto completa lo sviluppo del più grande giacimento a gas in produzione nell’offshore libico, incrementando il potenziale produttivo di circa 400 milioni di piedi cubi di standard gas al giorno (MMSCFD). La fase 2 sarà completata tra settembre e ottobre, portando la produzione totale del campo a 1.100 MMSCFD”.
Bahr Essalam, situato a circa 120 chilometri a nord-ovest di Tripoli, contiene oltre 260 miliardi di metri cubi di gas in posto. Esso viene inviato attraverso la piattaforma di Sabratha all’impianto di trattamento a terra di Mellitah dove viene raccolto, compresso e inviato principalmente alla rete nazionale libica.
Il Presidente del Consiglio Presidenziale e Primo ministro del Governo di accordo nazionale della Libia, Fayez Al-Saraj, ha partecipato alla cerimonia di apertura e ha ringraziato i lavoratori di Noc, Eni e Mellitah Oil & Gas per i loro sforzi nello sviluppo del settore petrolifero in Libia.
“Lo start-up della fase 2 del progetto offshore Bahr Essalam darà decisamente valore aggiunto all’economia nazionale – ha commentato Al-Saraj – In passato abbiamo perso enormi opportunità di investimento a causa della mancanza di budget. Tuttavia, oggi siamo impegnati più che mai a incoraggiare gli investimenti nel settore petrolifero e a garantire promettenti opportunità ai giganti internazionali che rispondano agli interessi di queste partnership e creino una crescita che dia nuove speranze ai giovani libici. Pertanto, tutte le parti devono intensificare gli sforzi per avere più profonda comprensione ed essere più disponibili a un compromesso nell’interesse dei giovani di questo paese che sono i veri protagonisti per la sua stabilità”.
Il presidente di Noc, Mustafa Sanalla, ha aggiunto: “Noc è impegnata a garantire e aumentare la produzione di gas per alimentare le centrali elettriche libiche. Questo aiuterà lo sviluppo del mercato interno e ridurrà le costose importazioni di combustibili liquidi. Questa strategia libererà risorse finanziarie significative; essenziali, data l’enormità delle sfide che sta affrontando tutto il paese. Eni è la dimostrazione della fiducia che le compagnie petrolifere internazionali hanno in Noc e il successo che le partnership legittime possono offrire a tutti i libici”.
Per l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, “Bahr Essalam è il frutto della relazione di lunga data tra Noc e Eni e rappresenta un’importante pietra miliare nel garantire alla Libia una maggiore sicurezza dell’approvvigionamento energetico. Il progetto dimostra ulteriormente la fiducia e il riconoscimento che Eni ha in Noc come unica società petrolifera nazionale legittima; quella con la quale continueremo a lavorare in maniera esclusiva nel paese. L’avvio della produzione, con eccellente time-to-market in un contesto così sfidante, è un risultato straordinario di Mellitah Oil & Gas. Siamo orgogliosi di dire che l’avvio della fase 2 di Bahr Essalam per i prossimi 15 anni giocherà un ruolo importante nel fornire alla Libia il gas necessario per alimentare la ripresa del paese”.