L’avvicinarsi dell’inizio del mese di Ramadan, quest’anno previsto per il 26 maggio, ha da sempre rappresentato una ghiotta occasione di rilancio per gli aspiranti jihadisti e, di pari passo, un aumento vertiginoso di allarmi più o meno giustificati, da parte dell’opinione pubblica.
Il Dipartimento di stato americano, di recente, ha emesso il rituale avviso ai propri concittadini in merito a paventati attacchi, ispirati dall’Isis, che potrebbero colpire l’Europa durante la stagione estiva. Nel documento vi è uno specifico riferimento all’attuazione di piani già prestabiliti da Isis ed Al Qaeda per colpire località turistiche, trasporti, centri commerciali e strutture governative locali.
Gli Stati nel mirino
Le nazioni sotto osservazione sono Francia, Svezia e Gran Bretagna, ma anche la Svizzera che, quasi inaspettatamente, ha reso pubblica la preoccupazione in merito alla presenza ed al transito di jihadisti sul suolo nazionale. L’esportazione della jihad in Europa è da sempre stato uno dei punti focali della strategia del Daesh, improntata a destabilizzare i governi della fragile Unione.
Proprio in prossimità delle elezione francesi si è assistito ad un rigurgito di attacchi, compiuti per lo più da singoli radicalizzati, che hanno creato un effetto domino sul morale della popolazione e che, ovviamente, si è ripercosso durante le operazioni di voto dando enorme spazio alla destra radicale guidata da Marine Le Pen.
Obiettivo Isis
Proprio questo pare essere l’obiettivo perseguito dall’Isis, creare le condizioni idonee a fomentare gli occidentali, esacerbando il clima di paura del diverso e a giustificare una sorta di sistema di autodifesa-attacco da parte degli immigrati di credo Islamico. Un articolo intitolato “La guerra aperta con l’Europa”, pubblicato il 23 aprile scorso sul sito Da’wat Al-Haq, riporta che l’attacco del 20 aprile a Parigi farebbe parte della strategia del Califfato protesa a colpire un luogo simbolo della capitale transalpina, in concomitanza del primo turno delle elezioni presidenziali.
L’effetto è stato quello sperato. Creare uno stato di allarmismo generale che ha posto in risalto il sentimento anti-islamico di larghi strati della popolazione e dei suoi rappresentanti politici. L’Isis ritiene congrua la strategia a medio termine di condurre costantemente attacchi contro obiettivi economici e governativi predefiniti in Europa. Azioni condotte dai cosiddetti lupi solitari, che rispondono direttamente alle direttive della dirigenza del Daesh e che stanno provocando un allargamento del distacco/frattura tra cristiani europei e musulmani immigrati. Questi ultimi sentono ancora più forte il loro sentimento identitario rimasto sopito a lungo, ma mai cancellato, che trova un pericoloso sbocco nel riconoscimento della superiorità islamica.
Il fallimento del programma francese di de-radicalizzazione
A tale proposito, in Francia, Paese colpito duramente dalla violenza jihadista, che dal gennaio 2015 ha lasciato sul terreno 238 persone uccise, è emerso il sostanziale fallimento del tentativo di ricondurre alcuni fanatici islamici ad una progressiva de – radicalizzazione. Le ragioni sono molteplici e sostanzialmente riconducono ad una pressoché totale mancanza di volontà dei soggetti di rincanalarsi verso un normale stile di vita all’interno della società.
Il report intitolato “Disindottrinamento, de-reclutamento e reinserimento dei jihadisti in Francia e Europa”, presentato il 22 febbraio alla Commissione Affari costituzionali e giuridici del Senato, ha posto in risalto che a fronte di un numero di 8250 irriducibili radicali islamici, solo 17 hanno aderito al programma e solamente nove sono arrivati nel centro, pur non completando il percorso della durata di 10 mesi. Il senatore Philippe Bas, presidente della commissione legislativa del Senato che ha commissionato il rapporto, ha affermato che “il programma di de-radicalizzazione è un fiasco totale. È tutto da rivedere, da rimodulare”. Il rapporto è la versione preliminare di un ampio studio in corso, condotto da un gruppo di lavoro trasversale incaricato di valutare l’efficacia degli sforzi di de-radicalizzazione del governo, proteso nel tentativo di debellare la radicalizzazione islamica nelle prigioni francesi. Originariamente la tattica era quella di isolare gli islamisti per impedire loro di indottrinare altri detenuti, ma il ministro della Giustizia Jean-Jacques Urvoas ha dovuto ammettere che ospitarli in ali separate delle carceri li ha resi di fatto più violenti, perché incoraggiati dal cosiddetto effetto di gruppo.
Il bacino dove attinge Isis
Ma il bacino dal quale l’Isis attinge, in maniera inaspettata, è quello dei convertiti europei, soprattutto di giovane età. Un ruolo fondamentale è ricoperto dal fenomeno dell’emulazionismo e dello spontaneismo jihadista, che trovano ampi consensi proprio tra i giovani occidentali alla ricerca di una loro precisa identità. Un caso lampante è quello di Damon Smith, 20enne affetto dalla sindrome di Asperger, patologia simile all’autismo che può influenzare il modo in cui si interagisce con la gente. Il ragazzo, che frequenta una scuola di informatica della London Metropolitan University, prima di cimentarsi nel fallito attentato del 20 ottobre 2016 a Londra, come racconta il Daily Mail, aveva letto un articolo in cui esponenti di al Qaida invitavano i loro seguaci a fabbricare una bomba utilizzando oggetti che si trovano “nella cucina di tua madre”. Seguendo le istruzioni aveva composto un ordigno artigianale lasciandolo su un treno della Jubilee Line presso la stazione North Greenwich Tube, mentre si recava all’università. Le immagini delle telecamere di sorveglianza lo hanno ripreso mentre usciva dal vagone della metropolitana lasciando uno zainetto Ma altri passeggeri hanno scoperto lo zaino ed avvisato il conducente. Se l’ordigno rudimentale fosse esploso, i cuscinetti a sfera e le scaglie di metallo avrebbero ferito seriamente i passeggeri. Gli investigatori, durante la perquisizione successiva all’arresto di Smith, nella casa di Devon Newton Abbot, all’interno del suo iPad hanno trovato file inneggianti all’islam, oltre a un selfie in cui il ragazzo compare con Abdelhamid Abaaoud, uno dei terroristi del commando che colpì Parigi il 13 novembre 2015, sullo sfondo di un televisore.
Gli amici hanno dichiarato che Smith aveva iniziato ad appassionarsi del conflitto in Siria e aveva iniziato a leggere il Corano dopo due viaggi in Turchia e Tunisia compiuti all’inizio del 2016.
Appassionato di armi, esplosivi, gioco d’azzardo e Islam radicale, lo stesso Smith ha raccontato davanti alla Corte che, una volta tornato a casa, aveva subito cercato articoli relativi alla sua azione.
Esempi come quello proposto si contano a decine e dimostrano come la diffusione dei messaggi web ricoprano una parte fondamentale nell’azione di indottrinamento e nel successivo arruolamento di neofiti studiata dall’Isis.