“Il grande problema di Palermo è il traffico”. Ricordate il poveretto che somigliava come una goccia d’acqua a Johnny Stecchino e veniva deriso dallo zio del boss e ci cascava con tutte le scarpe?
Ecco, ora il grande problema dell’Italia è “La Molisana“. E gli italiani rimbambiti dai lockdown, più o meno dichiarati, abbagliati dalle zone colorate sbiadite o rinforzate e sfiancati da un’emergenza che sembra non finire ormai, ingoiano tutto. Come il sosia di Johnny Stecchino.
Le menate social oramai sono pane quotidiano da quando sono costretti in cattività.
Ma quale Coronavirus?
Ma quale crisi economica?
I vaccini non ci sono e dove ci sono non ci sono le siringhe perché quel gran genio di Domenico Arcuri le ha comprate, ma ha comprato quelle sbagliate?
E se questo è il ritmo delle inoculazioni delle dosi finiremo di vaccinarci tra nove anni?
Ecchissenefrega.
Qui c’abbiamo da pensare alle “tripoline” e alle “abissine rigate”.
Sono priorità.
Cosa sono? Come cosa sono?
Sono quei formati di pasta che agitano i sonni della Boldrini.
E non solo. La levata di scudi contro lo storico pastificio è corale.
Tanto da costringere l’azienda a una repentina marcia indietro.
Una rivolta social che neanche contro le prepotenze del dittatorello Conte.
“Qui si allude al fascismo e alle sue espressioni coloniali. Per un’operazione di marketing?”. Incontenibile l’ira della Boldrini su Twitter. Pensate se sapesse che le “tripoline” le produce anche la rossa Coop, proprio a marchio Coop, da sempre. Ma finora non erano risultate indigeste a nessuno. Curioso, no?
E siccome non ci facciamo mancare nulla, arriva anche l’accusa di sessismo al film di John Travolta, Grease, dalla solerte e sempre vigile compagna Fiorella Mannoia, rossa dentro e fuori. Che, invidiosa del pastore americano Emanuel Cleaver, che in un eccesso di “politicamente corretto” è inciampato in uno svarione colossale, non s’è tenuta il cecio in bocca.
Dopo che il pastore, deputato dem negli Usa, al Congresso ha concluso la preghiera con “amen and a-woman”, per rispettare la neutralità di genere, Fiorellona nostra gagliarda e tosta non ha voluto essere da meno.
Che poi “Amen” sia una parola ebraica che nulla ha a che vedere con l’inglese men, plurale di man, uomo, per questi sciroccati dei giorni nostri è un dettaglio. Che ci terremo per noi e non divulgheremo. Per carità cristiana.
Ma tornando alla pasta voglio concludere con una nota personale.
Anche se lo faccio con timore.
E anche un po’ di preoccupazione.
Mia nonna che era romana, i risoni o puntine d’ago che dir si voglia, un formato di pasta per la minestra, amava chiamarli scherzosamente “cazzetti d’angelo”. Fosse viva e lo ripetesse ora, in questa gabbia di matti, potrebbe essere accusata di blasfemia?
Povera nonna e poveri noi.
Si è resa conto #lamolisana
che non si può alludere giocosamente al fascismo e alla sua espressione coloniale, usandoli per il marketing.Il colonialismo italiano è pagina nefasta della storia, con cui avremmo da tempo dovuto fare i conti, senza rimozioni o narrazioni di comodo! pic.twitter.com/mwHS461kIx
— laura boldrini (@lauraboldrini) January 5, 2021