Dormiva e mangiava a terra, venti i chili persi, i talloni rosicchiati dai topi. E la veglia, l’allerta continua per difendersi dagli attacchi degli altri detenuti ammassati in pochi metri quadrati, tutti insieme nella stessa cella. No, non sono le condizioni di prigionia di Ilaria Salis, la “Giovanna d’Arco”, così dice il padre l’avrebbero ribattezzata le sue compagne di carcere a Budapest.
È l’orrore vissuto da Andrea Costantino, imprenditore italiano, in carcere ad Abu Dhabi senza alcun capo di imputazione, nei suoi 21 mesi di detenzione, da quando venne prelevato dall’albergo dove alloggiava con la figlioletta di quattro anni e la compagna per essere sbattuto in carcere il 21 marzo 2021 senza un vero perché dalla polizia degli Emirati Arabi. Condizioni disumane, ma che non fecero breccia nel cuore della stampa di casa nostra. E ancor meno in quelli dei politici di sinistra che ora gridano e si agitano tanto per le manette e le catene con le quali l’attivista antifascista Salis è stata portata nell’aula del tribunale ungherese. Certo, gli Emirati Arabi, in tema di diritti umani non sono la Svezia. E non sono un Paese europeo. Ma soprattutto non sono guidati da Orban. Che è l’anima nera di questa Europa e che si mette troppo di traverso. E che anche se avesse ragione andrebbe attaccato, seguendo il Palamara pensiero applicato a Salvini.
Un silenzio imbarazzante quello sulla vicenda del trader milanese Costantino, che ora fa ancora più rumore se accostato al fracasso mediatico e ideologico della parte sinistra del Parlamento italiano al quale si è unita anche buona parte dell’area governativa. Con qualche eccezione, come quella del leader della Lega, che pur riconoscendo la disumanità delle catene, non ci sta ad uniformarsi al pensiero unico che sbanda a sinistra. E rifiuta la beatificazione della Salis. E che probabilmente si beccherà per questo una querela dal padre della “Giovanna d’Arco” brianzola.
E perché ad ogni richiesta ideologica dell’opposizione buona parte di questo governo debba rispondere con tanta solerzia non ci è dato sapere. Per quanto tempo la destra italiana dovrà dare dimostrazione di non essere “fascista”? Perché se è giusto far rispettare i diritti umani dei cittadini italiani detenuti all’estero, ed è giusto, la regola deve valere per tutti. E non mi pare che il governo Conte 2, quello giallorosso per intenderci, e neanche il successivo governo Draghi abbiano alzato la voce per le condizioni di detenzione del nostro connazionale Costantino. Che per dovere di cronaca, va ricordato, fu rilasciato alla vigilia di Natale del 2022 dietro pagamento di 275mila euro, anticipati dallo Stato Italiano e che lo stesso imprenditore avrebbe dovuto risarcire. Una sorta di “riscatto”, per salvare comunque capra e cavoli e non infastidire più di tanto i vertici istituzionali emiratini, anticipato dall’allora neo insediato governo Meloni, che in qualche modo modo riuscì comunque a riportare in Italia Andrea Costantino, anche se poi prese nettamente le distanze da una causa intentata dall’imprenditore nei confronti degli Emirati per i danni subiti.
E ora la notizia roboante del momento è la vicenda Salis, che pero può confrontarsi con quella dell’imprenditore detenuto ad Abu Dhabi solo perché i protagonisti sono italiani. Ma poi, pur volendo essere garantisti, e lo siamo, altre similitudini non ne vediamo. Infatti, i trascorsi dell’attivista antifascista sembrerebbero essere piuttosto burrascosi. A partire dall’appartenenza al centro sociale Boccaccio di Monza, da lei stessa fondato e specializzato in occupazioni abusive e cortei vandalici. Un presidio dell’illegalità che durante i cortei inneggerebbe a motti del tipo “Ruba tutto, ruba ai ricchi”.
Per non citare l’aggressione in Ungheria per la quale la Salis è finita a processo e per cui comunque ancora deve essere giudicata e che rimane quindi presunta. Ma tutto ciò giustifica che un essere umano venga ammanettato mani e piedi? Probabilmente no. Ma non vengono ammanettati mani e piedi anche i detenuti di molti Stati della civilissima e democratica America, che peraltro ha giustiziato pochi giorni fa con l’azoto, una pratica barbara, indegna di un Paese civile, un condannato a morte? Allora, dopo aver tirato le orecchie ad Orban per il trattamento carcerario nel suo Paese, facciamo uno squillo anche all’arzillo Biden. Proprio come avrebbero dovuto fare con più solerzia i governi italiani degli scorsi anni, quando hanno lasciato marcire nelle carceri emiratine il nostro connazionale Andrea Costantino. In compagnia dei topi, senza un vero perché. Oppure, oltre a detenuti di serie A e di serie B, ci sono anche Paesi intoccabili altrimenti i compagni nostrani si straniscono?