Strana epoca quella in cui stiamo vivendo. Sembra che il “nuovo corso”, nuovo si fa per dire, che il governo, frutto più che di odio reciproco, di vera e propria disistima su tutto, abbia aperto le valvole per riesumare i peggiori fantasmi del passato, e soprattutto per imporre, ovviamente attraverso personalissimo “democratico” utilizzo dei media di cui si sono appropriati, cioè quasi tutti, idee che si pensavano ormai relegate nel bagaglio dei brutti ricordi, per farle tornare, più prepotenti di prima, alla ribalta.
L’intervento dell’Autorità, quale che sia, si fa sempre più penetrante, in modo persino sfacciato, l’individuo torna ad essere quello che era nei sogni di una certa ideologia, l’obiettivo di un preciso disegno da attuare modellandolo a piacimento, come fosse plastilina. Pensi diversamente da noi? O sei un fascista, con tutto quel che ne consegue, e quindi non hai neppure diritto di esprimere il tuo pensiero o, se ti riteniamo recuperabile, devi essere “rieducato”!
I divieti, non per tutti, si moltiplicano, si entra nella vita privata della gente, in modo sempre più invasivo.
Chi detiene il potere agendo come fosse legibus soluto, si sente autorizzato a tramutare in realtà, valida per tutti, quella che decide lui doverlo essere. Questo perverso disegno, apertamente respinto dalla stragrande maggioranza degli italiani che, ogni volta che ne hanno avuto l’occasione, lo hanno dimostrato, si attua in modo infido, subliminale da una parte e d’imperio dall’altra.
Così, mentre si finge di provare orrore per quel che una sciagurata, alla quale è stato incautamente affidato il delicatissimo compito di istruire e formare i giovani, e cioè un’insegnante, pubblica, lei si, un vero incitamento all’odio, diversamente non potendosi interpretare quel “uno di meno”, riferito alla morte di un carabiniere per mano di un altrettanto sciagurato rampollo di una facoltosa famiglia americana, si prepara, subdolamente, la difesa per questa vera propalatrice di odio.
Si finge riprovazione, si lascia decantare la situazione, nella consapevolezza dell’indifendibilità, infine, dopo un po’, tirando in ballo quelle “ragioni umanitarie”, jolly sempre pronto per giustificare le peggiori scempiaggini,, anzi, ammantarle di ideali che non si può non condividere (perché altrimenti si è fascisti), e alla chiusura del percorso la si manda nuovamente a “insegnare”, possiamo facilmente intuire cosa.
Avete capito? Quella torna a insegnare ai giovani! Ma sì, in fin dei conti, che danni può fare? Immani secondo chi scrive, anche se certamente non ai figli di chi la protegge. Quelli vanno in tutt’altre scuole, con altri docenti, mica da quell’insegnante. Il problema è della gente normale, quella che non può permettersi il meglio, e quindi …. è un non problema.
Se però qualcosa di forte o, più esattamente, di diverso da quel che questi figuri vogliono imporre come pensiero unico, la scrive un docente, come il Prof. Gervasoni, beh, allora la cosa cambia. Non si può tollerare che ci sia chi non la pensi come loro, e si permetta addirittura di esternarlo. Che poi, quel che ha scritto Gervasoni sia condiviso da milioni di italiani, che conta? Anzi, è un’aggravante, perché se lo fa uno qualsiasi, il problema non c’è, ma se è uno un po’ più su, addirittura un docente universitario … beh, allora la questione è grave, e si deve intervenire, come si dice, con la massima determinazione … per impedire che qualcuno segua il suo esempio. Quello di chi inneggia all’assassinio di un carabiniere, come esempio va bene … Quello di chi esprime idee diverse, come ha fatto Gervasoni, no.
Eques