16 ottobre 1943: una camminata silenziosa per ricordare
Ormai da 15 anni, i volontari della comunità ebraica di Roma, la professoressa Elvira Di Cave, Daniel Di Porto e Elio Limentani organizzano un momento toccante e significativo per gli ebrei di Roma. Un momento di incontro per ricordare i deportati vittime della ferocia nazifascista in concomitanza con il 16 ottobre, giorno che nel 1943 segnò l’inizio delle persecuzioni e delle deportazioni per gli ebrei italiani nei campi della morte nazisti. L’edizione di questo anno ha allargato il raggio della memoria perché ha scandito ricordo di tre date tragiche per il popolo ebraico. Oltre il 16 ottobre con i rastrellamenti si è ricordato l’attentato alla sinagoga del 9 ottobre 1982, dove venne assassinato da terroristi palestinesi il piccolo Stefano Gai Tache e vennero ferite oltre 40 persone e i massacri nazi islamisti di Hamas del 7 ottobre 2023 al Nova Festival e nei kibbutzim e nelle città del sud di Israele che hanno viste sterminate 1200 vittime innocenti. Tre giornate che erano di feste ebraiche culminate in tragedie,infamia nell’infamia.

Foto di MASSIMO DI PORTO
Per ognuna di queste date, il comune denominatore delle vittime, come ricordato dal giornalista Maurizio Molinari nel corso del suo prezioso intervento al termine della camminata la sola colpa di esseri ebrei. Concetto ripetuto anche dal Rabbino Capo Riccardo Di Segni che ha aggiunto chiudendo il suo intervento che il popolo ebraico non si è piegato e non si piegherà all’odio antisemita che lo perseguita e cerca di annientarlo da secoli in vari modi e forme.
E quel senso di resistenza e palpabile anche durante la camminata nei luoghi dell’antico Ghetto ebraico,quei luoghi che testimoni degli orrori nazisti e successivamente,41 anni dopo, dell’attacco palestinese agli ebrei in uscita dal Tempio Maggiore.
I nomi dei deportati scanditi uno ad uno dai giovani della comunità a significare il passaggio del testimone della Memoria,i cori dei bambini in sinagoga luogo dove si è chiuso il pomeriggio del ricordo il momento più bello e toccante perché,come ricordato dal Sopravvissuto Sami Modiano,che ha partecipato alla camminata senza sedersi neanche per un istante,nonostante la stanchezza dei suoi 95 anni,sono i bambini il nostro futuro,la nostra speranza e la certezza che il popolo di Israele proseguirà la sua Storia e il suo cammino.
Nominare le vittime della Shoah, ricordare Stefano Gai Tache’e gli assassinati del 7 ottobre è il modo di restituire loro, nel ricordo, amore e farli rivivere nei nostri cuori e nelle nostre menti.Aver ricordato durante l’evento i Carabinieri vittime anch’essi delle deportazioni per non essersi piegati ai diktat nazifascisti prima del 16 ottobre 43 un altro gesto molto bello e significativo.
Segno tangibile di affetto e riconoscenza degli ebrei italiani per l’Arma che protegge ormai da decenni i luoghi ebraici e il quartiere.
Grande quindi il merito degli organizzatori e la promessa che questo appuntamento si rinnoverà di generazione in generazione proprio perché senza la Memoria non si può costruire il futuro e grazie ad essa si ha coscienza delle proprie radici e di quella identità ebraica che in tanti hanno provato a cancellare,nei secoli,senza riuscirci.
Troppo forte lo spirito ebraico per essere scalfito e alla fine delle sofferenze arrivano sempre il riscatto e la gioia,con l’aiuto del Signore.
Questo insegna la Storia del popolo di Israele.
