A battere tutti su Twitter questa settimana è stato un argomento molto sentito dal popolo italiano: lo “ius soli”. Ma l’attenzione dei cinguettii si è concentrata anche su altro, come la richiesta del sindaco di Roma Virginia Raggi di non far più arrivare profughi nella Capitale, il drammatico incendio a Londra, l’ennesima morte presunta del leader dell’Isis al-Baghdadi e l’inchiesta su Donald Trump per intralcio alla giustizia.
“Soli” e fedeli
Il Parlamento sta tentando di modificare le norme sui criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni, introducendo sia il cosiddetto #iussoli (diritto legato al territorio) temperato, che lo “ius culturae” (diritto legato all’istruzione). La discussione al Senato è stata “caldissima”, e il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli pare sia rimasta leggermente contusa cadendo. @sarettaa7 e @Virus1979C ne approfittano per ricordare la vecchia polemica sull’inesistente laurea vantata dal ministro. Scrive la prima: “L’infortunio della Fedeli è vero come la sua laurea”; aggiunge il secondo: “Al ministro Fedeli hanno messo tre cerotti in infermeria del Senato. Nel curriculum scriverà che si è laureata in medicina”. @ArsenaleKappa non perdona: “Per il Pd, Fedeli “è stata spinta”. Altrimenti col c..zo che diventava ministro”. @LaMuseP critica chi non vuole la legge (“No ius soli, poi c’hanno la badante romena, il filippino che pulisce casa, l’arabo che gli lavora le terre, il cinese che è sempre aperto”), al contrario di @intuslegens: “Mentre le seconde generazioni sbudellano mezza Europa in nome di Allah, per il Pd il problema è dar loro più diritti”. @ArsenaleKappa spiega così il “no” della Lega Nord: “La lega contro lo ius culturae. Hanno paura di perdere la cittadinanza”. Finale sottilissimo di @spinozait: “Ius soli, idranti contro i militanti di CasaPound. Sono nati un sacco di fiori”.
“Raggi” d’incoerenza
Il sindaco di Roma Virginia #Raggi ha scritto al prefetto e al ministro degli Interni per dire loro che, considerata la “forte presenza migratoria e il continuo flusso di cittadini stranieri”, sarebbe meglio una “moratoria sui nuovi arrivi”, ribadendo il suo “no” a nuove ondate di profughi e richiedenti asilo. Dal Viminale, però, si sono chiesti come mai questa inversione di rotta a fronte dei soldi già versati dallo Stato nelle casse del Comune di Roma proprio per affrontare l’emergenza immigrati. Parliamo di 2 milioni e 340mila euro dalla fine del 2016 all’inizio del 2017. @Marco_Casellato rammenta che la Raggi, nel dicembre del 2016, affermava ben altro. In un suo tweet, infatti, scrisse: “I rifugiati sono nostri fratelli e sorelle. Roma città accogliente farà la sua parte”. Memoria corta. @udogumpel, giornalista tedesco, la vede così: “Sorpresa! Grillo, in evidente difficoltà, liscia il pelo ai razzisti e la Raggi esegue: stop ai migranti e richiesta elemosina in metro”. @francescocro1, invece, esprime un desiderio: “Raggi: “Basta profughi a Roma” Quindi, dove ti trasferisci Virgi’?”.
Trump perseguitato?
Donald #Trump è sotto inchiesta, lo ha confermato lui stesso, per intralcio alla giustizia nell’ambito dell’inchiesta sul “Russiagate”. La notizia, che potrebbe avere conseguenze serissime nei prossimi mesi, non è stata presa bene da moltissimi internauti. Per @TweetinGio, ad esempio, si tratta di puro accanimento: “Donald Trump indagato per aver vinto le elezioni Usa. Potrebbe essere condannato a governare”, mentre che Trump sia perseguitato sembra pensarlo anche @spalumb: “Fra un po’ pure il nipotino di Trump finirà sotto inchiesta”.
Franchi “tiratori”
Rimanendo ancora in America, ha destato attenzione anche un episodio di cronaca avvenuto ad Alexandria, nei pressi di Washington. Durante l’allenamento della squadra di baseball composta da esponenti del Partito repubblicano, un deputato di spicco del Gop, Steve Scalise, e almeno altre quattro persone, sono state ferite da colpi di arma da fuoco. Scalise è ancora in gravi condizioni. L’assalitore è un feroce sostenitore di Bernie Sanders, sfidante, sconfitto, di Hillary Clinton alle primarie dei Democratici. Di curioso c’è che i giornali italiani si sono occupati ben poco della vicenda. E infatti @di_dioniso twitta: “Nessuno parla dell’attivista ammiratore di Sanders che, fomentato dall’odio mediatico contro Trump, ha sparato a Scalise”, mentre @GGDMM se la prende con l’inviata del Tg3 in America (non certo un simbolo di imparzialità): “Ascoltando la Botteri, sembra che Scalise sia stato colpito da un proiettile vagante”. Il giornalista @christianrocca, che pure è un anti-trumpiano doc, aggiunge: “Se a sparare contro i deputati fosse stato un pro-Trump o un anti-Obama, secondo voi i giornali italiani avrebbero dedicato così poco spazio?”. Decisamente no. Infine, @ArsenaleKappa strappa un bel sorriso: “Sparatoria in Virginia durante partita di baseball, ferito capogruppo dei Repubblicani. Hillary ha dei franchi tiratori seri”.
Al Baghdadi
Social scatenati sulla presunta morte del leader dell’Isis #Al-Baghdadi annunciata dal ministero della Difesa russo. Non è la prima volta, però, che i russi sostengono di aver ucciso il Califfo, che poi si ripresenta sempre vivo e vegeto. @RobVicaretti, infatti, è scettico: “Russia: “Forse abbiamo ucciso Al Baghdadi. Cerchiamo conferme”. Adesso chiamano a casa e vedono se risponde”. Ci crede poco anche @ArsenaleKappa: “Russia: “Forse abbiamo ucciso Al Baghdadi, cerchiamo conferme”. Al Baghdadi: “Sì, sì. Confermo. Sono morto”. @Kreactivo si pone un legittimo dubbio teologico: “Ogni due-tre mesi Al Baghdadi muore e dopo tre giorni risorge. Non avrà sbagliato religione?”. @pgba94 si mette nei panni dei russi: “Forse abbiamo ucciso Al Baghdadi, ma non ne siamo sicuri. Co’ quella cazzo de barba so’ tutti uguali”. Strepitoso @Labbufala che coglie una somiglianza innegabile fra il Califfo e un grande attore italiano che fu spalla di Massimo Troisi: “I russi chiedono scusa: “Abbiamo bombardato Lello Arena”…”.
Drammi londinesi
L’incendio al #grattacielo londinese, che si è portato via la vita di almeno 79 persone, fra cui due giovani italiani, Gloria Trevisan e Marco Gottardi, entrambi 27enni, ha commosso anche gli internauti ma scatenato i soliti complottisti. @Cambiacasacca, ad esempio, twitta: “Chissà come mai il grattacielo di Londra è bruciato tutto e non è caduto, mentre le Torri Gemelle son bruciate solo un pezzo ed entrambe giù”. Quei geni, si fa per dire, di @AlbaDoratait seguono la scia: “Quindi vogliono farci credere che in 12 minuti, a causa di un frigo difettoso, un grattacielo prende fuoco a Londra?”. E rimanendo a Londra, il 47enne che ha lanciato il suo furgone sui fedeli islamici della moschea di #FinsburyPark urlando “voglio uccidere tutti i musulmani”, ha ispirato @lefrasidiosho: “Mo’ ce mancano solo quelli che se la pijano co’ le moschee…in un periodo in cui dovremmo essere tutti uniti contro le zanzare”.
Da Kohl a Donnarumma
Hashtag in testa alla classifica anche quello sulla morte dell’ex Cancelliere Helmut #Kohl. Il commento perfetto è quello di @ferrarailgrasso: “Ricordatevi che Kohl era un corrotto, e che non ha mai parlato, dunque un grande uomo di Stato”. Anche l’annullamento del processo a #BillCosby, accusato di stupro (la giuria non ha raggiunto un verdetto unanime), ha incuriosito i “cinguettanti blu”. Soprattutto @Kotiomkin, che sul papà dei Robinson ha twittato: “Annullato il processo per stupro contro Bill Cosby. Lo vedi che non importa il colore della pelle se sei pieno di soldi?”. Balle, ovviamente. È solo che negli States il garantismo è una cosa seria. Quanto alla vittoria di Emmanuel Macron, il cui partito ha ottenuto la maggioranza assoluta nel secondo turno delle elezioni legislative, @RenatoVenditti1 piazza un promemoria: “Macron riceve dal popolo un assegno in bianco. Se fallisce, i francesi lo “ghigliottineranno” senza pietà”. È proprio così. Finale dedicato al giovanissimo portiere del Milan, Gianluigi Donnarumma, che dopo aver baciato la maglia rossonera a fine campionato non ha rinnovato il contratto ed è andato via verso qualche società che lo pagherà di più. La rete non lo ha perdonato. @GianniSolaroli, infatti, scrive: “La vicenda Donnarumma insegna che oggi nel calcio, già a 18 anni, contano solo i soldi”. Ma è @Kotiomkin che azzecca il motivo dell’addio: “Se si fosse chiamato Uomorumma non avrebbe fatto così il volubile”.