“Hai speso più denaro di quanto avevi stabilito, passi più tempo a giocare di quanto avessi deciso, non riesci a controllare l’impulso al gioco nonostante le conseguenze negative in aree importanti della tua vita”. Sono questi i campanelli d’allarme di una dipendenza da gioco d’azzardo, secondo la pagina giocareresponsabile.it . Da qualche anno la ludopatia cresce in maniera esponenziale in tutto il mondo. Un problema forte anche in Italia, dove l’Eurispes, in merito allo studio dei fenomeni che caratterizzano il nostro Paese, apre al dibattito sul tema dando vita a “Italia in gioco”, un enorme progetto sul gaming, diretto dagli avvocati Chiara Sambaldi e Andrea Strata.
Oltre 19 miliardi di dollari finiscono ogni anno dalle tasche degli italiani a quelle del gioco d’azzardo. Quello legale per la precisione. Peggio di noi solo Stati Uniti, Cina e Giappone, Stati con un gran numero di abitanti. Ma se per gli italiani andare al casinò non è abitudine condivisa, sono solo quattro in tutto il Paese, lo è invece passare le ore alle slot machine, scommettere online o giocare alla lotteria.
I dati del The Economist, per l’anno 2016, dicono che il giro di denaro del gioco d’azzardo in Italia arriva a 95 miliardi di dollari, di cui solo 10 arrivano nelle casse dello Stato. Più della metà degli italiani (il 70% della popolazione adulta) dichiara nel 2014 di aver giocato almeno una volta somme di denaro. Tra questi circa 2,5 milioni sono considerati “giocatori a rischio”. Come l’Eroe di Caparezza Luigi delle Bicocche, operaio che manda avanti a stento la famiglia e quotidianamente tentato dai videopoker. La sua battaglia contro le “macchinette succhiasangue” ha un lieto fine, ma non tutti riescono a tenersi lontani dall’azzardo e rischiano di sviluppare una pericolosa patologia. Una dipendenza paragonabile a quella dalle droghe, tant’è che le migliaia di ludopatici vengono accolti e curati nei Sert (Servizi per le Tossicodipendenze) delle Asl regionali. Il Governo, nella Legge di Stabilità 2016, ha inserito un fondo di 50 milioni per controllare i soggetti a rischio e riabilitare quelli patologici. Ma curare non è stato finora un rimedio abbastanza efficace per un fenomeno che continua a crescere.
L’Osservatorio giochi, legalità e patologie dell’Eurispes si inserisce nel dibattito con molteplici obiettivi: regolamentare il gioco (anche per rientrare nei binari richiesti dall’Unione Europea), controllare in maniera più efficace i luoghi dello stesso e prevenire le ludopatie, tramite l’educazione dei più piccoli. Un approccio che segue il dettame lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità: “Se ti curiamo oggi, ti aiutiamo oggi. Se ti educhiamo, ti aiutiamo per tutta la vita”. Da anni l’Oms riconosce la ludopatia come malattia, passo fatto dall’Italia solo nel 2012 attraverso il decreto Balduzzi, quando il numero dei giocatori a rischio era ancora sotto il milione di persone.
Oggi i fondatori del progetto “Italia in Gioco” richiedono la collaborazione di tutte le forze in campo, sia sotto l’aspetto legale, che relativamente al controllo e all’educazione. Un’iniziativa che arriva in un momento di particolare sensibilità verso i pericoli del gioco. Roma, sede di 50.000 slot machine, una ogni 57 abitanti, ha approvato lo scorso 9 giugno un nuovo regolamento per le sale da gioco che prevede una limitazione degli orari di esercizio (10-14 e 18-22 e chiusura nei festivi) e mette dei paletti anche sulla loro collocazione. Non potranno infatti essere più vicine di 350 metri ad alcuni punti definiti sensibili (quali scuole, luoghi di culto, strutture sanitarie).
Le regolamentazioni non hanno solo un principio legale ma anche economico. Le piattaforme di gioco e scommesse online illegali privano infatti lo Stato di esose entrate fiscali. 1,4 miliardi di dollari in Polonia, Stato che ha recentemente stretto la morsa sul gioco d’azzardo. Il bilancio tra costi sociali e guadagni è uno dei punti di attenzione intorno al gioco d’azzardo. Aspetti economici, culturali e sociali. Per questo l’iniziativa dell’Eurispes mira a coinvolgere tutti i rappresentanti del settore, pubblici e privati, delle Authority, delle associazioni di categoria, del no profit, delle Forze dell’ordine e della magistratura. Particolare attenzione è riservata al tema giurisprudenziale e al labile confine tra legale e illegale. Chiara Sambaldi, tra i direttori del progetto, è anche coordinatrice scientifica della piattaforma LexandGaming, prima piattaforma europea sul diritto dei giochi e delle scommesse. Il pericolo maggiore è quello delle infiltrazioni criminali, che fioriscono nei territori più devastati dalla crisi economica e fanno proseliti tra i giocatori a rischio. Come precisa Sambaldi, si tratta di criminalità comune o anche mafiosa, nei più alti livelli imprenditoriali, o nella gestione delle slot-machine e delle scommesse sportive. Intestazioni a prestanome delle sale da gioco, estorsione ai gestori. Un territorio pieno di insidie dovute anche all’uso più recente della rete e un settore in continua crescita che attira inevitabilmente le trame della criminalità. Anche per questo la richiesta portata avanti in Commissione parlamentare d’inchiesta nell’autunno 2016 è quella di usare strumenti nuovi per la gestione delle irregolarità dei luoghi di gioco autorizzati e legali (attraverso gli indici di criminalità o il monitoraggio degli apparecchi di gioco) e fronteggiare con maggiore collaborazione tra istituzioni le attività illegali, specialmente quelle online.