Putin: “There will always be an answer!
Un paio di giorni fa il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha pronunciato un breve, ma non per questo meno significativo, discorso con cui ha inteso rivolgersi in primo luogo a quei Paesi occidentali che sostengono il Governo ucraino ed hanno dato il loro via libera all’uso da parte di Kyiv delle armi a lungo raggio per poter colpire obiettivi situati in territorio russo.
Al di là delle opinioni personali, ritengo meriti ascoltare e leggere il testo del suo comunicato che a tale scopo qui propongo in trascrizione integrale nonché in lingua originale, come del resto sempre si conviene in questi casi per consentirne al lettore il giusto apprezzamento, oltretutto vista la solitamente ben calibrata scelta delle parole usate in casi analoghi per comporre il testo originale. Un testo che traduzioni non professionali possono renderne il senso in modo così fuorviante da impedirne quella interpretazione corretta che, in accezioni come queste, va ricercata prestando adeguata attenzione pure alla mimica facciale ed alla gestualità di chi lo promuove (da qui, più oltre, la proposizione anche del link del video in lingua originale).
Per una più puntuale analisi dell’attacco recentemente portato dalla Federazione Russa invito, per completezza, a leggere l’interessante ed affatto pedante, pur nella sua esaustivitá, articolo pubblicato su ofcs.report da Davide Racca ed intitolato “Russia – Ucraina: nuovi missili per un’escalation o un monito?”, giustamente sottotitolato “Uno scontro tra strategia e geopolitica” .
Un articolo che si segnala, oltre che per la dovizia di dettagli tecnici, anche per la chiusura dell’ottimo pezzo in cui l’autore testualmente ha scritto, con giusta attenzione ai fatti ed alle circostanze di maggior rilievo: “Nel frattempo, Bejing, assiste “divertita” all’evolversi della situazione, rivestendo, al momento, il ruolo di figurante sul palcoscenico internazionale, ben conscia dei diversi panorami che si potrebbero configurare nei cui contesti la Cina giocherebbe un ruolo preponderante”.
Ed infatti, mentre tutti guardavano altrove, la Cina si è dedicata al ‘suo’ mega–porto di Chancay, in Perù, inaugurato il 15 Novembre 2024 alla presenza del Presidente cinese Xi Jinping che, per somma, nei giorni scorsi è stato ricevuto dalla Presidente peruviana Dina Boluarte al Palazzo del Governo di Lima in occasione del vertice della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC). Situato a 78 km dalla capitale, la nuova infrastruttura portuale si segnala per essere un grande hub marittimo che dovrebbe attirare circa 3 Mld di EUR in investimenti, creando una rotta diretta attraverso l’Oceano Pacifico atta ad espandere l’influenza di Beijing in America Latina: una mossa strategica di non poco conto, passata pressoché inosservata dai più che poco si occupano di cose apparentemente non belliche.
Nel frattempo, come ha giustamente scritto Angela Merkel nelle sue memorie, “Freiheit” (un ponderoso volume di 700 pagine in uscita il 26 Novembre —del quale alcuni estratti sono stati pubblicati dal quotidiano Die Zeit— che a quanto pare promette di fornirci nuovi spunti di riflessione per meglio inquadrare gli eventi correnti e tutto quanto accaduto in Ucraina, eventi la cui genetica deve essere ancora debitamente indagata prima di fare altri passi falsi come Occidente e come Europa) ai fatti correnti si è giunti in quanto “Putin ha fatto di tutto per trasformare la Federazione Russa in un importante attore internazionale”.
Ed infatti, continua la Merkel, “Dopo essere diventato presidente del suo Paese nel 2000, Putin si è ampiamente adoperato per riportare la Russia ad essere un attore sulla scena internazionale, al quale nessuno poteva rinunciare, soprattutto gli Stati Uniti”. Per somma a suo dire l’attuale Presidente USA le era parso alquanto affascinato da quel Putin che lei ha giustamente definito un nemico dell’Europa con il quale ha cercato la via del dialogo (un nemico dell’Europa né più e né meno –mutatis mutandis– della Cina e degli Stati Uniti che per certo non possono aver considerato con favore la nascita di una vera Europa Unita per ovvie ragioni perfettamente comprensibili).
La Merkel ha per questo, non a caso, giustamente sottolineato, cosa che pare troppi stiano ancora sottovalutando, che “la Russia è stata ed ancora è geopoliticamente indispensabile semplicemente perché, insieme a Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Cina, è uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU con diritto di veto”… sicché giocare con attenzione la partita a scacchi geopolitica è stata per ovvie ragioni la regola di tutto il suo Cancellierato che di buon grado ha accolto la sottoscrizione anticipata con la Francia del Patto di Aquisgrana. Guarda caso proprio con quella Francia che, non dimentichiamolo, è anche potenza nucleare oltre ad essere, come detto, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con diritto di voto: un diritto di voto che una EU coesa di fatto avrebbe potuto ereditare, con tutto ciò che questo avrebbe significato ed ancora potrebbe significare per le altre potenze che godono di un siffatto privilegio.
È interessante in questo contesto, nonché per le ragioni indicate precedentemente, cercare di fare un po’ di luce sulla politica della Merkel nei confronti dell’Ucraina, politica per la quale viene ancora oggi criticata da Kyiv.
Nelle sue memorie la ex Cancelliera tedesca, come riportato il 21 novembre da Die Zeit, ha scritto del cruciale vertice NATO di Bucarest del 2008, ossia di quando si arrivò al piano per lo status di candidati all’adesione per Ucraina e Georgia: “Ho capito il desiderio dei paesi dell’Europa centrale e orientale di diventare membri della NATO il più rapidamente possibile”, ma “Accettare un nuovo membro non dovrebbe portare solo maggiore sicurezza a lui, ma anche alla NATO”.
Interessante notare come già a suo tempo la Merkel abbia giustamente visto dei rischi, rivelatisi reali, nella presenza contrattualmente garantita della flotta russa del Mar Nero nella penisola ucraina di Crimea in quanto “Una tale combinazione con le strutture militari russe non si era mai verificata con nessuno dei candidati all’adesione alla NATO” oltre al fatto che a quel tempo “solo una minoranza della popolazione ucraina sosteneva l’adesione del paese alla NATO”.
A quel tempo, ha scritto ancora la Merkel, “Pensavo fosse un’illusione presumere che lo status MAP (status di candidato all’adesione) avrebbe protetto l’Ucraina e la Georgia dall’aggressione di Putin, avvero che questo status avrebbe avuto un effetto così deterrente che Putin avrebbe accettato passivamente gli sviluppi. Sarebbe stato allora concepibile che in caso di emergenza gli Stati membri della NATO rispondessero militarmente – con materiali e truppe – e intervenissero? Sarebbe stato concepibile che, come Cancelliere, avrei chiesto al Bundestag tedesco un simile mandato per la nostra Bundeswehr e avrei ottenuto la maggioranza?”
Alla fine c’era stato un compromesso, ma come ha scritto la Merkel: “Il fatto che Georgia e Ucraina non abbiano ricevuto un impegno per lo status di MAP è stato un rifiuto delle loro speranze. Il fatto che la NATO abbia offerto loro anche una promessa generale di adesione è stato per Putin un sì all’adesione alla NATO per entrambi i paesi, una dichiarazione di guerra” … ed il resto è storia… quella storia che, ritornando alla Cina, ci permette di dire con Racca, che… tra i due litiganti il terzo si…diverte in quanto la Cina è, di fatto, un alleato per modo di dire della Federazione Russa: un alleato a tempo e solo per meri fini opportunistici.
E a ben guardare la cosa non potrebbe essere diversa essendo una alleanza anomala in quanto si inserisce in quello che, come vedremo, l’ex Presidente francese Valery Giscard d’Estaing avrebbe a parer mio definito una improponibile alleanza Nord–Sud del mondo.
Per meglio capire certe dinamiche vale infatti la pena ricordare quello che Valery Giscard d’Estaing, qualche decennio fa, acutamente sottolineò circa il fatto che non si possono valutare le controversie Nord-Sud del mondo con lo stesso criterio con cui si valutano le conflittualità Est-Ovest: questo è il grande errore degli Stati Uniti e della EU… Ed infatti, non a caso, ecco che i Cinesi incalzano gli Stati Uniti da Sud con estrema prudenza, surrettiziamente e non come l’Urss fece ai tempi di Cuba: per non parlare della guerra atipica che stanno muovendo agli USA partendo dal Messico…
Nello specifico (talvolta certe valutazioni del passato meritano di essere rivisitate per il loro potere chiarificatore) qui mi sto riferendo ad un passaggio dell’ “Allocution du président de la République à l’Institut des hautes études de défense nationale (IHEDN)” del 1° Luglio 1976, nella quale ad un certo punto si può leggere che:
“(…) l’importanza del dibattito sui nostri armamenti nucleari mostra chiaramente che in realtà la concezione dei grandi armamenti mondiali si basa attualmente su un conflitto Est-Ovest, e quella che chiamiamo distensione è in realtà una distensione Est-Ovest. Ma dobbiamo chiederci se l’equilibrio che il mondo sta attualmente cercando, con vari mezzi, dalla diplomazia alla violenza regionale o nazionale, non sia anche un equilibrio Nord-Sud.
Non dico che sia la stessa cosa: la tensione Est-Ovest è una tensione tra grandi potenze industriali con livelli di armamento molto elevati, il che ci porta a considerare la possibilità di un tipo di conflitto relativamente classico. Certo, le armi possono non essere convenzionali, ma il conflitto è di natura militare. È abbastanza chiaro che l’equilibrio Nord-Sud che il mondo sta cercando non è un equilibrio raggiunto con mezzi militari, perché il potere del Nord rispetto al Sud da un punto di vista militare è schiacciante.
Tuttavia, se si osservano gli ultimi sconvolgimenti nel mondo – la vicenda dell’Angola, gli sviluppi in Medio Oriente, le tensioni sul Canale di Panama – si capisce che si tratta di tensioni Nord-Sud. E ogni volta che cerchiamo di risolverle da una prospettiva Est-Ovest, falliamo. Il nostro mondo è quindi sovra-armato nell’ipotesi di un conflitto Est-Ovest e alla ricerca di un equilibrio Nord-Sud. D’altra parte, è un mondo molto instabile a livello regionale, per una serie di ragioni, che non voglio approfondire, alcune delle quali sono ideologiche, altre legate al problema dello sviluppo, e tutte fanno sì che si assista a una destabilizzazione regionale della sicurezza quasi ovunque”.
Un passo che palesemente colpisce per la sua attualità a quasi 50 anni di distanza.
In questo senso al momento il vero competitor globale da cui guardarsi, quello che più di ogni altro su piazza rappresenta la vera minaccia, il vero fattore potenzialmente destabilizzante dell’intero Occidente nonché di ogni assetto pregresso globale e regionale, tanto in Medioriente quanto in Sudamerica, in Africa come in Nordamerica, è la PRC e non la Federazione Russa, quantunque, a ben guardare, pochi a tutt’oggi sembrano averne una vera consapevolezza –e ciò anche grazie al supporto dato alla politica di Beijing persino da ben noti e poco avveduti propagandisti Occidentali che ad ogni piè sospinto non solo ne lodano la politica terzomondista ed il cosmopolitismo di facciata, ma –quel che è peggio– ne sponsorizzano la presunta visione policentrica del Nuovo Ordine Mondiale.
Ovverosia quella PRC che una guerra in Europa avvantaggerebbe non poco in quanto qualora scoppiasse (sempre che restasse confinata al ristretto ambito regionale assumendo per somma la forma convenzionale ovvero al più nucleare, ma combattuta con l’utilizzo di armi nucleari tattiche) consentirebbe a Beijing di disfarsi in un sol colpo di Stati Uniti, Europa e Federazione Russa per molti anni, sicché è alla luce di queste considerazioni che dovrebbe essere preso il esame il comunicato di cui nel titolo che ho in apertura invitato a leggere e meditare prima che sia troppo tardi, essendo più che lecito domandarsi finalmente per chi starebbero combattendo e morendo i giovani Ucraini e per cosa dovrebbero combattere e morire i giovani Europei parlando fuor di retorica.
E questo a maggior ragione considerando che la presunta guerra per la difesa della sovranità ucraina, guerra che ha preso il via nel 2014, è qualcosa di cui parlare con molta attenzione visto che non è dato capire cosa a Kyiv intendano per sovranità visto che di moltissimi terreni l’Ucraina non ha più, per certi versi, la effettiva proprietà che a quanto pare appartiene, sia pure a vario titolo e con varie forme, ovvero è appartenuta o potrebbe ancora appartenere di fatto, ancorché non nominalmente, ad aziende come la cinese Xinjiang Production and Construction Corps, la Shell, la Chevron, i colossi americani Cargill, Dupont, Monsanto ed NCH Capital, la francese AgroGeneration, per non parlare di quanto di competenza del BlackRock FMA e della pelosa assistenza Occidentale garantita, quanto al rimborso dei debiti contratti da Kyiv, grazie all’intraprendenza dell’ International Monetary Fund.
Tanto possiamo affermare in quanto –e si badi bene che il tutto è iniziato ben prima dell’Euromaiden (il che, se getta luce sul grazie a chi e per cosa abbia preso il via l’Euromaiden, getta pure una ombra sinistra sul Presidente Zelensky come pure su chi ha mosso il suo predecessore, muove lui nonché soffiato sul fuoco del Donbass e ancora spinge sulla prosecuzione del conflitto in atto a qualunque costo e prezzo)— ad esempio:
- 1)nel 2013, la Xinjiang Production and Construction Corps (Cina) ha di fatto acquisito terreni aventi una estensione ampia quanto il Belgio; una operazione che rientra nel quadro di un alquanto articolato piano cinese ben più ampio di militarizzazione del comparto agroalimentare ben più ampio di quanto si creda e si sappia in Occidente. Come ha infatti ampiamente documentato AsiaNews in un articolo intitolato “Beijing to buy grain from the Ukraine” pubblicato il 24 Settembre 2024, il tutto rientrerebbe in un piano da 3 Mln di ettari in 50 anni che prevede, in una prima fase, l’acquisto di 100.000 ettari di campi di grano. Eloquente il sottotitolo “Ancora ignote le cifre esatte dell’investimento, ma le fonti ucraine parlano di almeno 2,6 miliardi di dollari. Dopo i terreni acquistati in Argentina e Brasile, Pechino guarda ora ai campi dell’ex Unione Sovietica per soddisfare la propria domanda interna”. Legittimo chiedersi se il tutto sia in essere solo per soddisfare la domanda interna ovvero per dotarsi di un’arma atipica per acquisire la leadership globale. Detto per inciso L’XPCC – conosciuto anche come Bingtuan – è un’organizzazione paramilitare cinese nata nel 1954 con lo scopo di reclamare i terreni agricoli e consolidarne la difesa di fronte alle pressioni dell’Unione Sovietica. All’epoca il “granaio” russo era l’Ucraina, che prima della guerra era uno dei primi 10 Paesi al mondo nel settore agricolo.
- 2)nel 2013 l’Ucraina ha stipulato un paio di contratti con le società Shell e Chevron. Tali contratti riguardavano parecchie migliaia di chilometri quadrati di terra concessi in uso per 50 anni con il diritto di prorogare i contratti stessi per estrarne il gas da scisti bituminosi. Ufficialmente il tutto si configurava come un tentativo di cassare la dipendenza energetica Ucraina dalla Federazione Russa, ma è Interessante notare che l’area oggetto degli accordi con la Shell era quella del campo petrolifero di Yuzivska (8.000 chilometri quadrati situati nella zona di Donetsk): un dato questo che combinato con le date di questi contratti che ce li fanno collocare a prima che l’ex Presidente Yanukovich venisse cacciatogettano una luce sinistra sulle ragioni della guerra civile in corso e sul perché la comunità internazionale occidentale nulla abbia detto circa quanto stava avvenendo in quelle regioni fino all’attacco di Mosca. E poco importa, ai fini della comprensione delle ragioni che hanno portato alla Guerra attuale, il fatto che a fine 2014 entrambe le società risultassero non più interessate ed avessero deciso di ritirarsi dall’affare per, ufficialmente, questioni normative e fiscali non più ottimali, vista l’emersione di un clima politico oltremodo inquinato da logiche che nulla hanno a che vedere con il buon governo e la cura degli interessi del Paese. L’articolo 33 del contratto stipulato con la Chevron merita, poi, a prescindere da tutto, una particolare attenzione visto che riguarda la durata della segretezza dei termini dell’accordo stesso che avrebbe avuto una durata fino a cinque anni dopo la scadenza del contratto stesso, il che vuol dire che per cinquantacinque anni molte clausole di detto contratto, firmato dal Governo Ucraino, sarebbero rimaste segrete. In precedenza, a Marzo, era stata la ExxonMobil a dover mettere da parte i propri ambiziosi piani per sviluppare giacimenti di gas offshore nel Mar Nero dopo che la Russia ha annesso la Crimea facendo saltare il progetto Skifska. Ed infatti l’annessione della Crimea ha messo le riserve di Skifska, stimate nell’ordine dei 3 trilioni di piedi cubi, in territorio conteso.
- 3)i prestiti e l’assistenza occidentali all’Ucraina non sono gratuiti visto che l’IMF ha posto una condizione a Zelenskyj: denaro in cambio –a conti fatti– del diritto di vendere la terra ucraina agli stranieri. Nel 2021, l’Ucraina ha iniziato ad attuare la riforma agraria col che la moratoria sulle vendite dei terreni agricoli è stata revocata. La manovra ha preso il via nel 2020 a fronte di un prestito da 8 Mld di USD erogato dall’IMF ed è stata perfezionata, per così dire, al fine far stemperare le preoccupazioni degli elettori, procrastinando l’entrata in vigore della legge al luglio 2021. Inizialmente la legge consentiva agli Ucraini solo di acquistare e vendere terreni agricoli, ma come sempre in Ucraina alla fine il sistema corrotto ha fatto degenerare il tutto come illustrato in un interessante rapporto dell’Oakland Institute datato 21 Febbraio 2023 significativamente intitolato “War and Theft: The Takeover of Ukraine’s Agricultural Land” ha posto l’accento sulle reale drammatica evoluzione del tutto esponendo gli interessi finanziari e le dinamiche in gioco che portano a un’ulteriore concentrazione della terra e della finanza. Come ha saggiamente dichiarato Frédéric Mousseau, direttore politico dell’Oakland Institute e co-autore del rapporto: “Nonostante sia al centro dei cicli di notizie e della politica internazionale, poca attenzione è stata rivolta al cuore del conflitto: chi controlla i terreni agricoli nel Paese noto come granaio d’Europa. La risposta a questa domanda è fondamentale per comprendere la posta in gioco nella guerra“. Dal rapporto emerge che a un anno dall’inizio della guerra la quantità totale di terra controllata da oligarchi, individui corrotti e grandi aziende agroalimentari era di oltre 9 Mln di ettari, pari a più del 28% della terra coltivabile dell’Ucraina. I maggiori proprietari terrieri sono risultati essere un mix di oligarchi ucraini e interessi stranieri, soprattutto europei e nordamericani, oltre al fondo sovrano dell’Arabia Saudita. Importanti fondi pensione, fondazioni e fondi universitari statunitensi investono attraverso NCH Capital, un fondo di private equity con sede negli Stati Uniti. Per somma diverse aziende del comparto agroalimentare, ancora in gran parte controllate da oligarchi, si sono aperte alle banche e ai fondi d’investimento occidentali come, ad esempio Kopernik, BNP o Vanguard, che ora controllano parte delle loro azioni. La maggior parte dei grandi proprietari terrieri è sostanzialmente indebitata con fondi e istituzioni occidentali, in particolare con la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e la Banca Mondiale. Espropriati della propria reale sovranità, quella per la quale in Occidente si levano alte le voci dei retori politici fautori della prosecuzione della guerra, gli Ucraini si trovano in balia di un sistema in cui da un lato abbiamo che i finanziamenti occidentali all’Ucraina negli ultimi anni sono stati legati a un drastico programma di aggiustamento strutturale che ha richiesto misure di austerità e privatizzazione, e dall’altro lato troviamo la vera e propria lobby dei grandi proprietari terrieri che si assicurano lauti finanziamenti da parte delle istituzioni finanziarie occidentali lasciando gli agricoltori ucraini del tutto a mani vuote: un qualcosa che nel tempo porterà a un maggiore consolidamento fondiario da parte delle grandi imprese agroalimentari. Per somma il forte indebitamento del Paese viene usato come leva dalle istituzioni finanziarie per spingere la ricostruzione postbellica verso ulteriori privatizzazioni e riforme di liberalizzazione in diversi settori, tra cui, non a caso, quello agricolo. Vi è chi ha confutato queste affermazioni invocando la legge vigente in Ucraina che vieta l’acquisto di terreni agricoli da parte di investitori stranieri. Peccato che la legge possa essere facilmente aggirata procedendo all’affitto dei terreni oggetto di interesse, come riportato in un documento elaborato dallo studio legale Frishberg & Partners che a tale proposito ha osservato (si veda a tale proposito quanto riportato nell’articolo del Dicembre 2014 intitolato “The corporate takeover of Ukrainian agriculture” redatto da Elizabeth Fraser e Frédéric Mousseau) che gli investitori possono in genere affittare terreni agricoli per un massimo di 49 anni alla volta, risparmiando per somma i “milioni di dollari in contanti” altrimenti necessari per procedere, qualora fosse possibile, all’acquisto dei fondi agricoli di interesse: tanto in quanto la moratoria sulle vendite di terreni si applica solo ai terreni agricoli, rendendo legale e conveniente per gli investitori “costruire e gestire un impianto di trasformazione di proprietà straniera al 100% sui propri terreni industriali”. Un’alternativa a tale strategia passa per l’acquisizione di azioni di grandi aziende agroalimentari ucraine già esistenti. Il sistema di distribuzione della terra negli anni ’90 ha spesso portato alla concentrazione della terra nelle mani di poche élite. Questo, a sua volta, ha creato una nuova era di grandi imprenditori agricoli ucraini, come il miliardario Oleg Bakhmatyuk, proprietario di UkrLandFarming che esemplifica, stando alle risultanze rese note da, la tendenza delle aziende interessate ad acquistare tutti gli aspetti della filiera alimentare. Nel 2011, si pensava che l’azienda comprendesse: 65.000 bovini, 23 milioni di pollame, 18 impianti di lavorazione della carne, sei impianti di sementi, sei zuccherifici, quattro silos, tre elevatori di cereali, tre allevamenti di scrofe, sei impianti di macinazione di mangimi e tre impianti di stoccaggio di uova a lungo termine. Nel 2013, UkrLandFarming era la più grande banca di terreni di tutta l’Ucraina, con oltre 670.000 ettari totali di terreno.
Il tema, come si vede, è oltremodo delicato e la presenza di fake news su tali particolari relazioni è all’ordine del giorno per ovvie ragioni. A titolo di esempio si consideri quanto riportato da certi propagandisti che tendono a riferirsi al settore agricolo ucraino utilizzando oggi, nel 2024, espressioni del tipo “colossi americani, Cargill, Dupont e Monsanto, hanno già acquisito il 40% dei terreni coltivabili in Ucraina”, ovverosia espressioni che giustamente vengono bollate come fake dai propagandisti di parte avversa in quanto i primi, per dare maggiore effetto alle proprie ‘rivelazioni’, parlano a sproposito di “acquisizioni di terreni coltivabili” in Ucraina ed i secondi, per portare avanti la propria propaganda di segno opposto, non si limitano a sottolineare e correggere l’uso improprio del termine “acquisizione” al solo scopo di negare, sic et simpliciter, il coinvolgimento delle menzionate aziende Occidentali e dei Governi di riferimento.
E lo fanno non per amore di verità, magari mettendo il risalto che –ad es.– se la notizia divulgata dai primi spaccia per attuale il coinvolgimento della Monsanto il tutto è palesemente falso oggi, visto che la Monsanto non esiste come tale dal 2018 essendo stata acquisita dalla Bayer, non così è stato per il passato: ed tale proposito si veda quanto esposto a riguardo nel già menzionato lavoro dello studio legale Frishberg & Partners.
Alla fine, infatti, nello specifico la realtà è un po’ diversa, nel senso che il coinvolgimento dei tre colossi, Monsanto compresa fino al 2018, è stato ed è –mutatis mutandis– reale ancorché surrettizia, ma non per questo meno effettiva, con le modalità ‘alternative’ emerse dalla ricerca condotta dal summenzionato studio legale Frishberg & Partners (modalità che consentono l’aggiramento della norma che vieta l’acquisizione diretta di proprietà agricole ucraine da parte di stranieri e/o società straniere).
Con buona pace di tutti quanto visto mette in risalto, in qualche modo, le reali motivazioni –ovvero una parte di esse– che stanno alla base del conflitto attuale: motivazioni che hanno tutto a che vedere con il profitto e pressoché nulla con i reali interessi dei cittadini ucraini e men che mai con quelli dei cittadini e dei Paesi Europei.
Dichiarazione del Presidente della Federazione Russa (https://youtu.be/-E8INjBpsfA):
“I would like to inform the personnel of the Armed Forces of the Russian Federation, the citizens of our country, our friends around the world, as well as those who continue to harbor illusions about the possibility of inflicting a strategic defeat on Russia, about the events that are taking place today in the zone of the special military operation, namely after the use of long-range weapons of Western manufacture on our territory. Continuing the course of escalating the conflict in Ukraine provoked by the West, the United States and its NATO allies have previously announced that they are giving permission for the use of their long-range precision weapons systems on the territory of the Russian Federation. Experts are well aware, and the Russian side has repeatedly emphasized, that it is impossible to use such weapons without the direct participation of military specialists from the countries that produce such weapons. On November 19, six US-made ATACMS operational-tactical missiles and on November 21, during a combined missile attack by the UK-made Storm Shadow and US-made HIMARS systems, military facilities were struck on the territory of the Russian Federation – in the Bryansk and Kursk regions. From that moment on, as we have repeatedly emphasized earlier, the regional conflict in Ukraine provoked by the West acquired elements of a global nature. Our air defense systems repelled these attacks. As a result, the goals that the enemy obviously set for itself were not achieved. The fire that broke out at an ammunition depot in the Bryansk region from falling ATACMS missile fragments has been extinguished, there are no casualties or serious damage. In the Kursk region, an attack was carried out on one of the command posts of our “North” group. As a result of the attack and anti-aircraft combat, there are, unfortunately, casualties, deaths and wounded among the personnel of the external security units of the facility and service personnel. The command and operational personnel of the control point were not injured and are conducting, in a routine mode, the management of the actions of our troops to destroy and expel enemy units from the Kursk region. Once again I would like to emphasize that the use of such weapons by the enemy is not capable of influencing the course of combat operations in the special military operation zone. Our troops are successfully advancing along the entire line of combat contact. All the tasks that we set for ourselves will be accomplished. In response to the use of American and British long-range weapons on November 21 of this year, the Russian Armed Forces launched a combined strike on one of the facilities of the Ukrainian defense industry. In combat conditions, one of the newest Russian medium-range missile systems was tested, in this case with a ballistic missile in non-nuclear hypersonic equipment. Our missilemen called it “Oreshnik”. The tests were successful, the launch goal was achieved. On the territory of Ukraine in the city of Dnepropetrovsk, one of the largest and well-known industrial complexes from the times of the Soviet Union was hit, which today produces missile technology and other weapons. We are developing intermediate- and shorter-range missiles as a response to US plans to produce and deploy intermediate- and shorter-range missiles in Europe and the Asia-Pacific region. We believe that the US made a mistake by unilaterally destroying the Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty in 2019 under a far-fetched pretext. Today, the US not only produces such equipment, but, as we see, in the course of training its troops, it has worked out issues of transferring its advanced missile systems to different regions of the world, including Europe. Moreover, during exercises, it conducts training on their use. Let me remind you that Russia voluntarily and unilaterally took upon itself the obligation not to deploy medium- and shorter-range missiles until American weapons of this kind appear in any region of the world. Let me repeat: we are conducting combat tests of the Oreshnik missile system in response to the aggressive actions of NATO countries against Russia. The issue of further deployment of medium- and shorter-range missiles will be decided by us depending on the actions of the United States and its satellites. The targets for destruction during further tests of our newest missile systems will be determined by us based on the threats to the security of the Russian Federation. We consider ourselves entitled to use our weapons against military facilities of those countries that allow their weapons to be used against our facilities, and in the event of an escalation of aggressive actions, we will respond just as decisively and in kind. I recommend that the ruling elites of those countries that are hatching plans to use their military contingents against Russia seriously think about this. Of course, when choosing, if necessary and as a response, targets for destruction by systems such as Oreshnik on the territory of Ukraine, we will offer in advance to civilians, and also ask citizens of friendly states located there, to leave the dangerous zones. We will do this for humanitarian reasons – openly, publicly, without fear of counteraction from the enemy, who will also receive this information
Why without fear? Because there are currently no means of counteracting such weapons. The missiles attack targets at a speed of 10 Machs – that is 2.5-3 kilometers per second. The modern air defense systems in the world and the missile defense systems created by the Americans in Europe do not intercept such missiles, this is excluded. I would like to emphasize once again that it was not Russia, but the United States that destroyed the international security system and, continuing to fight and cling to its hegemony, is pushing the entire world toward a global conflict. We have always preferred and are now ready to resolve all contentious issues by peaceful means. But we are also ready for any development of events. If anyone still doubts this, then in vain – the answer will always be there”.
Testo originale:
«Ответ всегда будет!»
Владимир Путин выступил с экстренным обращением после ударов по России
Заявление Президента Российской Федерации
В.Путин: Хочу проинформировать личный состав Вооружённых Сил Российской Федерации, граждан нашей страны, наших друзей во всём мире, а также тех, кто продолжает питать иллюзии о возможности нанесения стратегического поражения России, о тех событиях, которые происходят сегодня в зоне проведения специальной военной операции, а именно после применения по нашей территории дальнобойного оружия западного производства.
Продолжая курс на эскалацию спровоцированного Западом конфликта на Украине, США и их союзники по НАТО ранее заявили о том, что дают разрешение на применение своих систем дальнобойного высокоточного оружия по территории Российской Федерации. Экспертам хорошо известно, и российская сторона это неоднократно подчёркивала, что использовать подобное оружие без прямого участия военных специалистов стран – производителей такого оружия невозможно.
19 ноября шестью оперативно-тактическими ракетами ATACMS производства США и 21 ноября в ходе комбинированной ракетной атаки системами Storm Shadow производства Великобритании и HIMARS производства США были нанесены удары по военным объектам на территории Российской Федерации – в Брянской и Курской областях. С этого момента, как мы неоднократно подчёркивали ранее, спровоцированный Западом региональный конфликт на Украине приобрёл элементы глобального характера. Наши системы противовоздушной обороны отражали эти атаки. В результате цели, которые, очевидно, были поставлены перед собой противником, не достигнуты.
Возникшее на складе боеприпасов в Брянской области возгорание от падения обломков ракет ATACMS ликвидировано, жертв и серьёзных разрушений нет. В Курской области нападение было совершено на один из командных пунктов нашей группировки «Север». В результате атаки и противовоздушного боя есть, к сожалению, пострадавшие, погибшие и раненые из числа личного состава подразделений внешней охраны объекта и обслуживающего персонала. Командный и оперативный состав пункта управления не пострадал и осуществляет в штатном режиме руководство действиями наших войск по уничтожению и выдворению частей противника из Курской области.
Ещё раз хочу особо подчеркнуть, что применение противником подобного оружия не в состоянии повлиять на ход боевых действий в зоне специальной военной операции. Наши войска успешно наступают по всей линии боевого соприкосновения. Все задачи, которые мы перед собой ставим, будут решены.
В ответ на применение американского и британского дальнобойного оружия 21 ноября текущего года российские Вооружённые Силы нанесли комбинированный удар по одному из объектов оборонно-промышленного комплекса Украины. В боевых условиях было проведено в том числе и испытание одной из новейших российских ракетных систем средней дальности – в данном случае с баллистической ракетой в безъядерном гиперзвуковом оснащении. Наши ракетчики назвали её «Орешник». Испытания прошли успешно, цель пуска достигнута. На территории Украины в городе Днепропетровске поражён один из крупнейших и известных ещё со времён Советского Союза промышленных комплексов, который и сегодня производит ракетную технику, другое вооружение.
Разработка ракет средней и меньшей дальности осуществляется нами в качестве ответной меры на планы США по производству и развёртыванию ракет средней и меньшей дальности в Европе и Азиатско-Тихоокеанском регионе. Полагаем, что США совершили ошибку, разрушив в одностороннем порядке в 2019 году под надуманным предлогом Договор о ликвидации ракет средней и меньшей дальности. Сегодня США не только производят такую технику, но, как мы видим, они в ходе мероприятий по подготовке своих войск отработали вопросы переброски в разные регионы мира, в том числе в Европу, своих перспективных ракетных систем. Более того, в ходе учений они проводят тренировки по их применению.
Напомню, Россия добровольно в одностороннем порядке взяла на себя обязательство не развёртывать ракеты средней и меньшей дальности до тех пор, пока американское оружие подобного рода не появится в каком-либо регионе мира.
Повторю: испытания в боевых условиях ракетной системы «Орешник» проводятся нами в ответ на агрессивные действия стран НАТО в отношении России. Вопрос о дальнейшем развёртывании ракет средней и меньшей дальности будет решаться нами в зависимости от действий США и их сателлитов.
Объекты для поражения в ходе дальнейших испытаний наших новейших ракетных комплексов будут определяться нами исходя из угроз безопасности Российской Федерации. Мы считаем себя вправе применять наше оружие против военных объектов тех стран, которые позволяют применять своё оружие против наших объектов, а в случае эскалации агрессивных действий будем отвечать так же решительно и зеркально. Об этом рекомендую серьёзно задуматься и правящим элитам тех стран, которые вынашивают планы использовать против России свои воинские контингенты.
Разумеется, выбирая в случае необходимости и в качестве ответных мер объекты для поражения такими системами, как «Орешник», на территории Украины, мы будем заранее предлагать мирным жителям, а также просить находящихся там граждан дружественных государств покинуть опасные зоны. Будем делать это по гуманитарным соображениям – открыто, публично, без опасения противодействия со стороны противника, также получающего эту информацию.
Почему без опасений? Потому что средств противодействия такому оружию на сегодняшний день не существует. Ракеты атакуют цели со скоростью 10 Махов – это 2,5–3 километра в секунду. Современные имеющиеся в мире системы противовоздушной обороны и создаваемые американцами системы противоракетной обороны в Европе подобные ракеты не перехватывают, это исключено.
Подчеркну ещё раз, что не Россия, а именно США разрушили систему международной безопасности и, продолжая бороться, цепляться за свою гегемонию, толкают весь мир к глобальному конфликту.
Мы всегда предпочитали и сейчас готовы решать все спорные вопросы мирными средствами. Но мы готовы также и к любому развитию событий.
Если в этом кто-то ещё сомневается, то напрасно – ответ всегда будет.