Per dirla alla Soumahoro nella Capitale il sindaco Pd sdogana il “diritto alla prepotenza”. Ma alla fine la spunteranno veramente i prepotenti? Quelli che non si mettono in lista d’attesa per un alloggio popolare, ma coloro che decidono di occupare abusivamente interi stabili? A Roma purtroppo potrebbe andare proprio così. Il sindaco Gualtieri, infatti, sarebbe pronto ad acquistare l’immobile dello Spin Time, in via Santa Croce in Gerusalemme, da anni nella lista degli sgomberi della Prefettura. Per risolvere la cronica emergenza abitativa della Capitale è quanto prevede infatti il nuovo Piano casa del Campidoglio, studiato dal sindaco Roberto Gualtieri e dall’assessore al Patrimonio, Tobia Zevi. Piano che comunque deve ancora essere approvato e sul quale l’opposizione annuncia battaglia dicendo un secco ‘no’ a questo “regalo” della giunta capitolina agli occupanti del centro sociale e che definisce senza mezze misure “uno scempio”.
“La faccia tosta del Pd e lo schiaffo ai cittadini onesti è diventato il violento esercizio di strapotere e di ideologia da parte del Campidoglio, che prosegue nella politica di dare casa e servizi gratis agli occupanti abusivi”, tuona Fabrizio Santori, consigliere comunale e capogruppo della Lega in Campidoglio.
E quando dice “servizi gratis”, chi non ricorda che addirittura l’elemosiniere di papa Francesco nel 2019 “passò ponte”, come si dice a Roma, e si precipitò nello stabile di via Santa Croce in Gerusalemme per riallacciare i cavi e riattivare il servizio elettrico sospeso per morosità agli occupanti dell’edificio? Edificio che ha ospitato in passato anche kermesse elettorali dell’area dem.
Proprio al centro sociale Spin Time, infatti, l’attuale primo cittadino inaugurò la sua campagna elettorale per le primarie Pd che poi permisero la sua candidatura al Campidoglio.
Per non parlare di eventi e manifestazioni letterarie dei “soliti noti”.
E come dimenticare il rave, chiaramente abusivo, del Capodanno 2020 con tanto di prevendita online? Tutto esentasse è ovvio. Proprio come esentasse sono le attività commerciali che si trovano nello stabile che ospita oltre 400 persone da circa 10 anni. Una sorta di paradiso fiscale per il centro sociale, una “Svizzera” nel cuore di Roma.
Questo palazzo è in pratica un “salotto buono” per i compagni. E per buono intendiamo buono in termini di propaganda elettorale. Quello di coccolare i centri sociali è un vezzo che non cambia da quelle parti. Cambiano i segretari ma la musica resta la stessa, il solito mantra dei “belli ciao”.
E intanto gli occupanti del palazzo in via Santa Croce in Gerusalemme fanno sapere che “molti hanno detto, dicono e diranno che acquistare e regolarizzare Spin Time equivarrebbe a ‘regalare’ un palazzo agli occupanti. Ebbene, noi la pensiamo in maniera diversa: acquistare e regolarizzare Spin Time significherebbe restituire a tutta la cittadinanza ciò che gli spetta di diritto”.
E chissà se si riferiscono proprio al ‘diritto alla prepotenza’ che vorrebbero sdoganare Gualtieri e i suoi.
Ma in ogni caso l’opposizione non ci sta.
“Dopo lo stabile al Porto Fluviale adesso ecco il tentativo di regalare anche lo Spin Time ai furbetti al di sopra della legge, a chi dunque a Roma ha maggiore potere degli altri cittadini – sottolinea Santori- Curioso modo di lottare contro le disuguaglianze. Con queste politiche si distraggono milioni di euro per la ristrutturazione degli immobili, premiando degli occupanti a discapito di quelle famiglie che, pur in stato di bisogno, aspettano da anni lo scorrere delle graduatorie nel rispetto della legge”.
“Ci mobiliteremo per bloccare questo scempio – conclude Fabrizio Santori – Coloro che occupano un alloggio devono essere espulsi dalla graduatoria per sempre e non possono più essere assegnatari di case popolari”.
Ma a Roma accade l’esatto contrario, grazie all’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gualtieri che permette agli abusivi di ottenere la residenza.
Quindi, non solo niente sgombero per i prepotenti. Ma in premio, oltre alla residenza, anche l’alloggio assegnato di diritto.
Con buona da pace di chi da anni, civilmente, è in lista di attesa per una casa popolare.