Il coronavirus è l’ultimo caso di zoonotic disease, malattia trasmessa all’uomo attraverso un animale. Serie patologie trasmesse da animale nella storia riporta svariati casi e tutte hanno condotto alla morte centinaia di persone. Dalle ultime stime ottenute nel 2012, le patologie causate da questo tipo di contaminazione mietono 2,7 milioni di vittime colpendone almeno 2,5 bilioni ogni anno. Tra queste ricordiamo l’HIV, virus trasmesso da uno scimpanzé all’uomo, che causò 75 milioni di morti. L’influenza suina, che divenne la pandemia del 2009, uccise 400.000 persone. Secondo alcuni scienziati il coronavirus ha avuto origine da pipistrelli e non da serpenti come si sospettava inizialmente.
Il principale motivo per cui i virus zoonotici possono essere così micidiali è la mancanza di un’immunità preesistente nei loro confronti
Nuovi anticorpi e antivirali: la ricerca della scienza
La società cinese WuXi Biologics ha annunciato la scorsa settimana che sta costituendo un team di 100 persone dedicato allo sviluppo del trattamento anticorpale per il coronavirus e spera di poter avviare la produzione di massa in un record di quattro o cinque mesi. Tempo in realtà particolarmente lungo, che nel frattempo potrebbe provocare l’infezione o la morte di centinaia di persone.
Il secondo modo di trattare le infezioni virali è trovare piccole molecole che impediscono la replicazione dei virus interferendo con le sue proteine strutturali. In genere, gli antivirali di questo tipo sono di semplice creazione e possono essere presi in forma di pillola. Sfortunatamente il 99% dei potenziali farmaci a piccole molecole fallisce, quindi lo sviluppo di nuovi antivirali partendo da zero potrebbe richiedere anni.
Ad oggi alcuni farmaci esistenti a piccole molecole potrebbero aiutare
Ad esempio, un antivirale sperimentale chiamato Galidesivir sviluppato per il trattamento di Ebola è attivo contro il coronavirus e ha già superato il test di sicurezza nei confronti delle persone, ha affermato il suo produttore americano Bio Cryst Pharmaceuticals. Un team in Cina ha identificato quattro farmaci esistenti e approvati che potrebbero funzionare: Prulifloxacina, Bictegravir, Nelfinavir e Tegobuvir.
I medici di Wuhan, in Cina, hanno avviato due studi randomizzati e controllati. Uno di questi testerà due farmaci chiamati Lopinavir e Ritonavir somministrati insieme. Farmaci usati anche per curare l’HIV. Inoltre, esiste un farmaco sperimentale chiamato Remdesivir prodotto dalla società americana Gilead Sciences.
È importante sottolineare che attualmente, in mancanza di anticorpi e antivirali, la maggior parte delle persone affette da coronavirus vengono trattate per i loro sintomi invece che per il virus specifico. Sfortunatamente, questo non è sempre sufficiente per le persone più anziane o che hanno condizioni preesistenti, per le quali il virus sembra essere mortale.
Epidemiologia del Coronavirus: quali parametri considerare
In generale, i patogeni obbediscono a semplici regole di trasmissione e queste possono essere utilizzate per prevedere la velocità con cui il numero di infezioni aumenterà o diminuirà, quanto sarà difficile fermare una malattia e quanto è probabile che si verifichino pandemie. Misurare i parametri necessari in un virus nuovo per l’uomo può essere difficile. La prima cosa da fare è valutare la sua velocità di riproduzione. Finora i team di ricerca hanno effettuato 12 stime diverse per il coronavirus e la sua velocità di riproduzione. Tali dati suggeriscono che essa sia compresa tra 1,8 e 3,3. Considerando che, per fermare un’epidemia il numero medio di nuove persone che ogni caso infetta deve essere inferiore a 1, la rapidità di trasmissione del coronavirus è sostanzialmente rapida. Tale velocità diventa inferiore a 1 quando le persone sono immuni a esso attraverso un vaccino o nel caso non vi fosse vaccinazione cambiando il loro comportamento per prevenirne la trasmissione, ad esempio evitando la folla e i trasporti pubblici.
Il secondo parametro è il numero di casi. Poiché la malattia sembra essere l’influenza la quale può essere lieve, si ritiene che molti casi non vengano diagnosticati. I viaggiatori a lunga distanza sono sottoposti a un attento esame, presumendo che non abbiano molte più probabilità di essere infettati rispetto alle persone che non viaggiano, questo può darci un’indicazione del numero del caso. In questo modo due gruppi di ricerca hanno calcolato che i numeri dei casi in Wuhan potrebbero essere tra 10 e 40 volte superiori ai numeri ufficiali.
Ma quando un virus viene trasmesso dagli animali come nel caso di coronavirus, c’è da chiedersi: lo sta ancora facendo? Finora l’analisi genetica suggerisce una variazione molto piccola del virus, il che implica che si è “incrociato” una sola volta con l’ uomo. L’analisi genetica suggerisce che il virus sembra essere stabile, ciò significa che non sembra cambiare o adattarsi a noi.
Un altro parametro cruciale è il tasso di mortalità che non possiamo ancora conoscere. Il numero di morti finora rappresenta circa il 2% di tutti i casi noti. Secondo la commissione sanitaria nazionale cinese solo il 5% dei casi noti è deceduto o è stato recuperato. In generale non sappiamo quante persone abbiano avuto malattie più lievi e tassi di mortalità più bassi a causa del virus. Di conseguenza, per colmare queste lacune sarà necessario eseguire test approfonditi delle popolazioni esposte.